Riforma Pensioni: occorre solidarietà e sostenibilità secondo Marina Calderone

Di Antonia De La Vega 5 minuti di lettura
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Due sono dunque gli elementi chiave da evidenziare: la solidarietà e la sostenibilità. Calderone definisce così la ragion d’essere della riforma delle pensioni. Una cosa va fatta: riformare il sistema pensionistico in nome della solidarietà e della sostenibilità per le generazioni future.
Un sistema, quindi, che garantisca la sostenibilità a lungo termine della finanza pubblica e l’adeguatezza delle modalità di previdenza sociale. Il riferimento alle generazioni future è indicativo della volontà di prevedere meccanismi di tutela dei diritti previdenziali anche a fronte di un mercato del lavoro che spesso comporta interruzioni di carriera con il rischio di non ricevere cure adeguate. Negli ultimi anni sono emerse forme sperimentali di flessibilità in uscita (APE, Canone 100-102-103, Opzione Donna, solo per citarne alcune), che sono anche in parte prorogate dalla Legge di Stabilità 2023 per evitare la cosiddetta scaletta. Con la riforma tutto questo dovrebbe cambiare. L’elemento su cui Calderone insiste è proprio la volontà del Governo di “chiudere la stagione dell’accesso alle pensioni sperimentali”. Non è ancora arrivato il momento del pensionamento immediato per questa anticipata svolta: in assenza di rinnovi, di fatto dal 1° gennaio del prossimo anno dovrebbero essere soddisfatti tutti i requisiti della riforma Fornero per il pensionamento, quindi 67 anni e 20 anni di contributi alla pensione di vecchiaia, ovvero 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne per il pensionamento anticipato.

Calderone ha dichiarato senza mezzi termini di voler evitare le “pericolose scalette della squadra”. Analogamente a quanto sarebbe avvenuto senza una proroga da gennaio 2023 degli attuali requisiti previsti dalle flessibilità temporanee di uscita che consentono il pensionamento a 63 anni (Ape), 64 anni (quota 103), 58 o 59 anni (donne). . ).

 

Incentivi per lo sgravio generazionale

Infine, il ministro richiama la necessità di garantire un adeguato ricambio generazionale nel mondo del lavoro, nonché:

prevedere forme sostenibili di condivisione degli oneri tra datore di lavoro e Stato, con un esodo di lavoratori vicini all’età pensionabile, e mirati percorsi di passaggio generazionale con interessanti qualità di incentivazione all’assunzione che consentano un effettivo reinserimento dei giovani.
Un meccanismo analogo è già previsto nella Manovra 2023, che incentiva la permanenza al lavoro per chi soddisfa il requisito della quota 103: un lavoratore può chiedere di cessare la contribuzione previdenziale, avendo già accumulato una pensione, privandosi così di Un Ostello. Stipendi più alti.

Il ministro parla invece di incentivi all’esodo e al ricambio generazionale. Ovviamente, questa è una questione sulla quale la discussione può considerarsi aperta. In generale si può notare che il sistema previdenziale negli ultimi anni è stato compresso proprio da una duplice esigenza:

  • assicurare un ricambio generazionale nel mondo del lavoro con forme di occupazione stabili che tutelino meglio il diritto alla pensione,
  • anticipare il piano pensionistico per coloro che sono più vicini all’età pensionabile.

Il ministro ha parlato in modo inequivocabile delle “pensioni giovanili”:

le forme di previdenza saranno sperimentate a favore delle nuove generazioni in caso di lavoro intermittente; Le modalità di rafforzamento della posizione pensionistica saranno calcolate sulla consapevole formazione di un reddito futuro adeguato al tenore di vita con ratei calcolati secondo i principi generali del nostro sistema pensionistico.
Prossimi passi
E andiamo al metodo: per il ministro Calderone l’obbligo del governo è aprire tavoli di confronto anche sulle pensioni, a considerazioni più ampie, nel 2023. Tradotto: il dialogo con i sindacati prosegue e si concentra sulle pensioni. Il primo incontro sulla riforma delle pensioni è previsto per il 19 gennaio. Nelle ultime settimane si sono già tenuti diversi incontri ad alto livello tra esecutivo e parti sociali sulla legge di bilancio ed è stata definita una road map per le future riforme.

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