Riforma Pensioni 2023: quota 103 potrebbe conquistare 48 mila persone

Di Antonia De La Vega 4 minuti di lettura
riforme pensioni

La quota 102 diventa quota 103 con l’aumento dei requisiti contributivi fino a 41 anni, mentre i requisiti contributivi personali restano a 62 anni. La vera novità è l’importo massimo del beneficio a cui si può accedere, che, fino al calcolo dei requisiti pensionistici, non può superare cinque volte la pensione minima.

Pertanto, la pensione Quota 103 non potrà superare i 2.850 euro lordi mensili fino al compimento del 67° anno di età o, comunque, fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, momento in cui sarebbe possibile percepire la pensione effettivamente accumulata , se fosse di dimensioni maggiori.

Vediamo quindi come funzionerà questa nuova forma di flessibilità di output inclusa nella Legge di Bilancio ea quale pubblico beneficiario è destinata. La nuova Quota 103 consente di prelevare i contributi pensionistici alle persone di età superiore ai 62 anni che hanno maturato almeno 41 anni di contributi al 31 dicembre 2023, trattandosi di una misura sperimentale che deve essere inserita nelle modifiche alla riforma previdenziale che il Governo determinerà alla fine del prossimo anno.

La platea dei potenziali beneficiari è di circa 48mila persone

Non ci sono penalità nel sistema di calcolo della pensione (non si tratta di un ricalcolo completo dei contributi), e vanno confermate le regole applicate fino ad oggi per la Quota 100-102, ovvero finestre mobili di uscita di 3 mesi nel settore privato e 6 mesi nel settore privato. settore pubblico Si attiva però una limitazione all’importo massimo delle prestazioni percepibili tra i 62 ei 67 anni di età, cioè all’inizio della pensione di vecchiaia non superi cinque volte la pensione minima.

Calcolo dei benefici Quota 103

A differenza delle precedenti quote (salvo modifiche parlamentari, cosa improbabile vista la bassa dotazione economica), quindi, viene introdotto un limite alle prestazioni previdenziali:

  • Chi opta per questa formula di prepensionamento non potrà percepire una pensione superiore a cinque volte il trattamento minimo fino alla scadenza della pensione di vecchiaia;
  • a questo punto l’assegno viene automaticamente ricalcolato e pagato per intero;
    Pertanto, i lavoratori che guadagnano meno del cap non sono soggetti al cap e ricevono immediatamente le prestazioni complete della previdenza sociale.

Rivalutazione della pensione minima

La pensione massima mensile è di 2.850 euro lordi. Si arriva a questa cifra tenendo conto che il corso minimo di cura oggi è di 524 euro, ma che dal 1 gennaio – a causa del livellamento rafforzato dalla Legge di Bilancio – è sopravvalutato del 120% (con un indice provvisorio del 7,3%) , raggiungere la pensione minima del 2023 di 570 euro lordi.

Restano valide le altre tariffe

La Legge di Stabilità entrerà in vigore come di consueto il 1° gennaio, quindi la quota di 103 (con le modifiche previste in sede di approvazione del Parlamento) potrà essere applicata d’ora in poi. È importante sottolineare che per coloro che hanno ricevuto il diritto in tempo restano in vigore anche la quota 100 e la quota 102. Tutte le disposizioni in esame prevedevano di fatto la cristallizzazione del diritto. La quota 100 prevede un’età di 62 anni e un’età contributiva di 38 anni, entrambe scadenti il ​​31 dicembre 2021, quota 102 anziché 38 anni di contribuzione e un’età di 63 anni entro la fine del 2022. A fine 2021 ovvero il alla fine del 2022, continuano ad applicare rispettivamente la quota 100 e la quota 102, anche se si applicano nel 2023 o successivamente.

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