Riforma delle politiche attive: il piano del Governo tra formazione e incentivi

Di Francesca Parisi 2 minuti di lettura
Lavoro

Il Governo italiano ha avviato un’importante riforma delle politiche attive del lavoro con l’introduzione del decreto Coesione, che rappresenta solo l’inizio di un ambizioso piano di potenziamento e ristrutturazione delle misure esistenti. L’attuale ministro Marina Calderone ha annunciato una serie di interventi significativi che includono la riprogrammazione del Fondo nuove competenze e la revisione dei programmi GOL (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) e Garanzia Giovani.

Riprogrammazione del Fondo nuove competenze

Il Fondo nuove competenze, attivo dal 2020, supporta le aziende che sottoscrivono accordi collettivi per la rimodulazione dell’orario di lavoro, destinando questo tempo a percorsi formativi per migliorare le competenze dei lavoratori. Calderone ha dichiarato che il Governo sta lavorando per una riprogrammazione del Fondo, con l’obiettivo di renderlo più efficace nel rispondere alle esigenze del mercato del lavoro in continua evoluzione.

Contestualmente, il programma GOL sarà rivisitato per offrire strumenti più adeguati e mirati alle attuali dinamiche occupazionali e anche Garanzia Giovani subirà modifiche, nonostante i risultati positivi finora raggiunti: il 60% dei partecipanti trova un’occupazione al termine del percorso. Calderone ha sottolineato l’importanza di adattare costantemente queste iniziative per massimizzare l’efficacia delle politiche attive.

Incentivi e misure del decreto Coesione

Il decreto Coesione introduce nuove misure e potenzia quelle esistenti per promuovere l’autoimpiego, con un’attenzione particolare ai giovani e alle donne disoccupati nel Centro-Nord Italia. Tra le novità, la misura “Autoimpiego Centro-Nord Italia” mira a sostenere l’avvio di nuove attività imprenditoriali, offrendo incentivi specifici per settori strategici legati alla transizione digitale e sostenibile.

La storica iniziativa “Resto al Sud” viene rimodulata per includere contributi a fondo perduto e voucher variabili tra i 30mila e i 50mila euro, con ulteriori incentivi per investimenti specifici, un decreto che prevede inoltre misure per migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, utilizzando nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale per calibrare le iniziative formative e le politiche attive.

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