La Riforma delle pensioni sembra essere bloccata dal mancato dialogo e operatività che sta caratterizzando il Governo e i Sindacati su questo tema. Molto probabilmente in attesa di accordi e modifiche potrebbero essere confermate tutte le opzioni già in essere tra cui l’Opzione Donna
In attesa di dettagli maggiori su ciò che accadrà ai lavoratori ormai a fine carriera, nella bozza di Legge di Bilancio ( attesa tra fine settembre e inizio ottobre), potrebbero essere presenti gli stessi dettagli già in essere. Non si attendono infatti grandi e sconvolgenti modifiche ma piuttosto formule “ponte” e qualche eccezione per esempio come è capitato questo anno per i lavori gravosi con accesso all’APE Sociale.
A confermare la possibilità di vedere ancora attiva l’Opzione Donna è proprio il Ministro del Lavoro che afferma l’utilità e la necessità di questa misura: “Il lavoro per la donna è sempre doppio e il riconoscimento dei percorsi che portano alla pensione dovranno includere questo dato”. Qualche indiscrezione do Governo anzi dice che l’Opzione Donna potrebbe addirittura divenire una misura strutturale e quindi permanente in quanto è una forma di flessibilità in uscita a costo contenuto, che non intacca la sostenibilità del sistema previdenziale italiano.
Le donne potrebbero quindi andare in pensione a 58/59 anni (per dipendenti e autonome, rispettivamente) con 35 anni di contributi. E della serie “nulla è gratis”, la riconferma della misura si dovrebbe proprio alla sua convenienza per il Governo e quindi per le casse dello Stato: chi accetta l’Opzione Donna ha una forte penalizzazione sull’assegno pensionistico e infatti si accetta un ricalcolo interamente contributivo con un taglio dell’assegno di oltre il 20%, Ma a molte persone pur di andare in pensione non importa. Inoltre altro scotto da pagare per anticipare la pensione con l’Opzione Donna sarebbero le finestre mobili per la decorrenza di 12/18 mesi per dipendenti e autonome.