Riforma della giustizia, cosa prevede il ddl Nordio in 6 punti

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha finalmente presentato la bozza del disegno di legge sulla riforma della giustizia annunciata diversi mesi fa. Così come era stato anticipato, la bozza del ddl consta di 8 articoli, che hanno l’obbiettivo di assicurare la tutela delle garanzie costituzionali dei cittadini da eventuali abusi del potere pubblico.

Il governo ha deciso di dedicare il pacchetto a Silvio Berlusconi, il quale – come riporta il viceministro Francesco Paolo Sisto – ha partecipato direttamente alla sua elaborazione, avendo egli stesso “subito tanto, troppo, a causa della giustizia”. La riforma è ancora in stato di bozza, ma è già oggetto di numerose critiche fin dalle prime anticipazioni. L’Associazione nazionale magistrati, in particolare, contesta tutti i punti salienti della riforma, criticandone la mancanza di equilibrio e di bilanciamento.

Vediamo allora quali sono gli elementi tanto dibattuti, ecco cosa prevede il ddl Nordio in 6 punti.

Misure cautelari solo su approvazione di 3 magistrati

Il ddl Nordio prevede che le misure cautelari in carcere richieste dal Pm debbano essere approvate da una composizione collegiale composta da 3 magistrati, anziché uno solo. Oltretutto, prima di disporre la misura dovrà essere avvertito l’indagato, con almeno 5 giorni di anticipo.

Questa novità dovrebbe essere introdotta fra 2 anni, per non aggravare l’organico dei tribunali e, comunque, non riguarda le situazioni di urgenza (pericolo di fuga o di inquinamento delle prove, reiterazione di gravi reati come mafia e terrorismo, reati commessi con armi o violenza fisica).

Il ministro Nordio intende così consentire, laddove possibile, la difesa preventiva dell’indagato e consentire al giudice di colloquiarvi in modo diretto prima di adottare la misura in questione.

L’abuso d’ufficio non sarà più un reato

Un’importante novità prevista dalla riforma della giustizia è l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, che punisce il pubblico ufficiale che “intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto” violando


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