Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) ha espresso il suo sostegno per le recenti modifiche proposte al Codice della Crisi d’Impresa.
La bozza di correzione, che ha iniziato a circolare nei giorni scorsi, è stata descritta dal presidente dei commercialisti, De Nuccio, come cruciale per il successo del Codice. Le modifiche proposte intendono chiarire e migliorare il decreto legislativo originale del 2019, influenzando in modo significativo sia i professionisti del settore sia l’implementazione di nuovi procedimenti legali.
I dettagli
Una delle modifiche più rilevanti riguarda l’articolo 25-octeis, che modifica la procedura di segnalazione anticipata per la crisi d’impresa.
Questa nuova proposta richiede che sia l’organo di controllo societario sia i revisori legali segnalino per iscritto all’organo amministrativo l’esistenza delle condizioni che potrebbero portare alla crisi e la segnalazione deve essere effettuata entro sessanta giorni dalla conoscenza delle condizioni critiche, al fine di garantire che l’organo amministrativo prenda le misure necessarie in tempo utile.
Un’altra modifica significativa è proposta per l’articolo 356 del Codice, che trasforma l’albo dei gestori in un elenco tenuto dal Ministero della Giustizia. Questa modifica mira a semplificare e a dare maggiore riconoscimento alle qualifiche professionali dei soggetti coinvolti, eliminando l’obbligo di tirocinio per certi professionisti e introducendo requisiti di formazione continua.
Implicazioni e considerazioni
Queste modifiche sono state accolte con favore da diverse parti interessate, poiché semplificano le procedure e chiariscono le responsabilità dei vari attori coinvolti nella gestione delle crisi d’impresa, anche al fine di facilitare una più efficace risoluzione delle crisi, salvaguardando al contempo la salute finanziaria delle imprese e proteggendo i diritti dei creditori e dei lavoratori. Si tratta indubbiamente di un passo importante verso una maggiore efficienza e chiarezza nelle procedure di insolvibilità in Italia e tutto ciò potrebbe avere un impatto positivo sulla gestione delle crisi aziendali, con benefici estesi a tutti gli stakeholders coinvolti.