(Money.it) Di troppo caldo si può morire ed è per questo che bisogna tenerne conto anche nel posto di lavoro.
Delle tragiche conseguenze del troppo caldo ne abbiamo avuto la prova proprio in questi giorni, dove a Milano un operaio quarantaquattrenne si è sentito male mentre stava lavorando per strada, a Lodi, per tracciare la segnaletica stradale. Un colpo di calore fatale: neppure i soccorsi sono stati in grado di impedire la morte dell’operaio.
“Non si può morire sul lavoro, non si può morire per il troppo caldo”, ha dichiarato il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra, tuttavia le alte temperature registrate in queste giornate stanno mettendo in difficoltà non pochi lavoratori.
Temperature che superano anche i 40 gradi e che rendono impossibile lavorare in determinati contesti. A tal proposito bisogna ricordare che esistono diversi strumenti per la tutela del lavoratore, dalla sospensione dell’attività lavorativa a una serie di accortezze che i datori dovrebbero seguire per non mettere a repentaglio la salute dei propri dipendenti.
È bene fare chiarezza su quali sono i diritti del lavoratore, specialmente adesso che rischiamo di dover affrontare una delle estati più calde di sempre. La domanda è: ci si può rifiutare di lavorare per il troppo caldo? La questione rientra nell’ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro. D’altronde, è lo stesso articolo 2087 del Codice civile a obbligare il datore di lavoro a tutelare la salute e l’integrità fisica e morale dei propri dipendenti. È il d.lgs 81/2008, il cosiddetto Testo unico sulla sicurezza, a raccogliere invece tutte quelle norme che regolano la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro.
Del rischio di stress termico – che si verifica quando il sistema di termoregolazione dell’organismo fallisce, sia per il troppo caldo che per il freddo – e di come prevenirlo, se ne parla nell’allegato IV del testo unico, nella parte riferita al microclima negli ambienti di lavoro.
Ci sono, dunque, degli obblighi per il datore di lavoro che se non rispettati possono autorizzare il dipendente a sospendere l’attività lavorativa per il troppo caldo (o freddo).
Una situazione che spesso è stata anche oggetto di pronunce giurisprudenziali, con i giudici che hanno riconosciuto il diritto dei lavoratori di aste
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