Il meccanismo del reverse charge rappresenta una particolare modalità di calcolo dell’IVA che prevede che il cedente/prestatore emetta la fattura senza l’addebito dell’imposta, mentre il cessionario/committente deve registrare la fattura integrandola con l’aliquota IVA e l’importo dovuto.
Ma cosa succede se la fattura in reverse charge contiene un importo inferiore a quello effettivamente pagato? In questo caso, è necessario procedere con la regolarizzazione tramite lo SdI Sistema di interscambio.
Ecco come procedere
Per correggere un importo errato nella fattura in reverse charge, è importante compilare i seguenti tipi di documento:
– TD20 (Autofattura per regolarizzazione e integrazione delle fatture): deve riportare solo la differenza dell’imponibile e va registrato nel registro degli acquisti.
– TD16 (Integrazione fattura da reverse charge interno): per il differenziale d’imposta.
L’IVA relativa al reverse charge si assolve annotando il TD16 nei registri delle vendite e degli acquisti.
È fondamentale prestare attenzione a correggere tempestivamente eventuali errori nella fatturazione, in modo da evitare problemi futuri con l’Agenzia delle Entrate e assicurare la corretta contabilizzazione dei documenti.
Utilizzando i corretti tipi di documento e seguendo le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, sarà possibile risolvere l’errore in modo rapido ed efficace.