Le discussioni su una possibile riforma della flat tax hanno acceso i riflettori sul regime forfettario. Il dibattito, nel corso degli ultimi giorni, si fa molto animato e ci sono alcune ipotesi contrapposte: la prima che prevede in una semplice revisione di questo regime agevolato destinato ai titolati di partita Iva; la seconda che estenderebbe un’ipotetica flat tax anche ai dipendenti.
Per il momento, comunque, l’ipotesi più accreditata è quella di un semplice aumento della soglia massima dei ricavi per la misura già in vigore, la quale attualmente è fissata a 65.000 euro. Arriverebbe, inoltre, un aumento dell’aliquota relativa all’imposta sostitutiva, che passerebbe dal 15 al 20% per i contribuenti che non sono all’interno del regime startup.
Una domanda che molti contribuenti si pongono, a questo punto, è se il regime forfettario sia effettivamente conveniente. Secondo la normativa vigente advert oggi, i titolari di partita Iva hanno la possibilità di beneficiare di una tassazione agevolata al 15%, che scende al 5% nel caso di nuove attività. Purtroppo quanti hanno i requisiti per aderire al regime forfettario, non sempre hanno la garanzia di riuscire realmente a risparmiare rispetto a quello ordinario. Per poter capire quale sia la scelta migliore da effettuare, è necessario valutare una serie di elementi.
Regime forfettario: non sempre conviene
Aderire al regime forfettario non rappresenta sempre una scelta conveniente. Per sapere se è conveniente o meno farlo, è necessario tenere presenti alcuni elementi particolarmente importanti.
Partiamo con il sottolineare che questo particolare regime fiscale è riservato alle persone fisiche, che siano titolari di una partita Iva. Permette, a questi c