Il Decreto Aiuti approvato alla Camera riguarderà anche il Reddito di cittadinanza, nello specifico il conteggio delle proposte di lavoro da privati, In totale non potranno essere rifiutate più di tre proposte di lavoro, pena. la perdita del beneficio
Così anche le imprese private potranno proporre offerte di lavoro ai titolari di Reddito di Cittadinanza e non dovranno per forza avere l’intermediazione dei Centri per l’Impiego. Anche il diniego verso una proposta di lavoro da privati però rientrerà nel computo delle offerte che il possessore di RdC potrà rifiutare solo per un massimo di tre volte. Al terzo rifiuto vi è infatti la revoca del sussidio. Il Governo si aspetta che questa estensione ai datori del settore privato renderà più probabile l’occasione di impiego per coloro che ricevono il Reddito di Cittadinanza e aumenterà anche il rischio di perdita del beneficio per coloro che continuamente rifiutano opportunità di impiego. Per essere attivata questa opzione dovrà però attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Aiuti convertito in legge, prevista per il 16 luglio ed ulteriori 60 giorni per il decreto ministeriale attuativo con le istruzioni per la comunicazione e la verifica del rifiuto dell’offerta di lavoro da privati.
Per essere considerata congrua, l’offerta di lavoro da aziende private deve rispecchiare sia le competenze sia le esperienze pregresse del possibile lavoratore indicate nel Patto per il Lavoro. Il datore di lavoro dovrà comunicare il rifiuto al Centro per l’Impiego di riferimento a cui cura vi è il conteggio dei rifiuti del destinatario del RDC. Per essere conteggiata una proposta di lavoro deve però rispecchiare queste caratteristiche: la prima offerta deve essere a tempo indeterminato e con sede di lavoro localizzata a meno di 80 chilometri dalla residenza o raggiungibile entro 100 minuti con mezzi del trasporto pubblico; dalla seconda offerta in poi, bisogna accettare un lavoro proposto in tutta la Penisola. Il primo rifiuto ha però un costo: il Reddito di Cittadinanza viene ridotto di 5 euro al mese mentre dal secondo rifiuto in poi scatta l’obbligo di accettare il lavoro e alla terza la revoca.