Il Reddito di cittadinanza: ma dove sono i controlli? Aziende, immobili e auto in possesso dei beneficiari del Rdc al Sud, e c’è anche chi si è inventato i figli o si è dimenticato di avere un marito
Ricevevano il reddito di cittadinanza, ma c’era anche chi aveva una Ferrari, qualcuno aveva una barca, qualcuno aveva condomini, qualcuno aveva un’auto a noleggio, e qualcuno aveva una scuola di ballo. E c’è anche chi ha avuto l’idea di avere figli. C’è un po’ di tutto tra chi guadagna illegalmente il RdC nel sud Italia. E’ il risultato di una maxi operazione effettuata tra il 1 maggio e il 17 ottobre dai Carabinieri del Comando interregionale Ogaden con giurisdizione sulle regioni Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata in collaborazione con Tutela Carabinieri. Controlli volti a verificare la reale sussistenza di pretese da parte dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Hanno scoperto quasi 5.000 infrazioni per un totale di 20 milioni di euro. In provincia di Avellino, un uomo di 70 anni che viveva con un funzionario comunale (non indagato) possedeva un’auto Ferrari, numerose proprietà e terreni. A Isernia una donna titolare di una società di autonoleggio con 27 e con falsi certificati di residenza, reddito e lavoro ha ottenuto illegalmente il reddito di cittadinanza.
Ad Aradeo (Lecce), un uomo, oltre agli arresti domiciliari, possedeva una grossa imbarcazione. A Taranto una “task force” creata dai Carabinieri ha individuato un disoccupato di 71 anni che percepiva il reddito di cittadinanza, nonostante possedesse 17 auto e una moto, tra cui una Bmw, con la moglie e il figlio convivente, Mini Cooper, tre Jeep, due Smart e Kawasaki Ninja.
A Talsano (Taranto), il beneficiario era il proprietario di 4 auto, di cui due di lusso. Inoltre, il percettore del reddito faceva parte del nucleo familiare, che negli ultimi tre anni ha dichiarato un reddito rispettivamente di 324.000, 143.000 e 164.000 euro. In provincia di Caserta, un uomo di un nucleo familiare i cui componenti possedevano due imprese con un reddito complessivo annuo di circa 150.000 euro ha chiesto il reddito di cittadinanza. Nella stessa provincia, un uomo ha falsamente confermato di non avere proprietà, nonostante possieda diverse case.
A Castelfranci (Avellino), il figlio 22enne di un impiegato comunale ha fatto un fittizio cambio di residenza, costituendo un nucleo familiare separato, ma alloggiando nella stessa casa della madre, proprietaria di un’azienda agricola che produce vino di alta qualità . Ad Avigliano (Potenza), i carabinieri hanno trasferito al tribunale di Potenza 5 persone, di cui una aveva un reddito, nonostante lavorasse come direttore di una scuola di ballo. A Campobasso un 19enne ha chiesto il reddito di cittadinanza nonostante possedesse tre immobili non dichiarati.
C’è anche chi ha inventato i bambini, di fatto, inesistenti e che ha dimenticato il marito. A Collepasso, in provincia di Lecce, un uomo ha dichiarato di avere in famiglia sei minori stranieri, mai entrati in quel comune, senza alcun legame di parentela con loro e con dati anagrafici senza specificare luogo di nascita e nazionalità. Nello stesso comune pugliese, la coppia ha incluso nella propria famiglia altri componenti della famiglia che vivevano effettivamente in Germania. A Nova Siri (Matera), i Carabinieri hanno accusato un cittadino asiatico di aver falsamente affermato la presenza della moglie e delle due figlie in Italia, che hanno così ottenuto un reddito vivendo nel Paese di origine.
A Napoli c’è un caso curioso in cui un uomo del quartiere Stella, presente in due diversi nuclei familiari che avevano entrambi chiesto e ottenuto il beneficio mentre in provincia di Caserta un uomo ha falsamente dichiarato di far parte di un nucleo familiare composto da più persone, di fatto invece inesistente.
A Santeramo in Colle (Bari), una donna è stata denunciata all’autorità giudiziaria perché aveva “dimenticato” di indicare non solo la targa del suo mezzo, ma anche il marito. In questo caso i carabinieri hanno accertato che la donna, per ottenere il reddito di cittadinanza, ha chiesto la residenza anagrafica in una via del comune di Santeramo, che altro non era che lo stesso appartamento in cui viveva il marito.