Reddito di cittadinanza, gli errori che potrebbero costare caro al governo Meloni

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
il-fintech-e-la-democratizzazione-della-finanza:-rischi-e-benefici

(Money.it) Il Governo Meloni non eliminerà il Reddito di cittadinanza, ormai sembra esser chiaro, almeno leggendo la bozza del Decreto lavoro. L’esecutivo di Giorgia Meloni fa dietrofront rispetto a uno dei propositi che è stato colonna portante della campagna elettorale del centrodestra.

Cancellare il Reddito di cittadinanza sembrava essere una missione – e quindi azione politica – imprescindibile per il Governo, che ha additato il Reddito istituito dal Governo Conte I come causa della mancanza di forza lavoro, rifacendosi ai dati secondo i quali in Italia ci sono circa 1 milione di posti lavoro vacanti.

Eppure, dopo mesi di minacce nell’abolizione del sussidio, nella legge di bilancio il Governo Meloni aveva stabilito di riformarlo ricavando un miliardo dalla sua riforma. Non solo. Palazzo Chigi ha imposto che i risparmi siano ancora maggiori dal 2025, ricavandone circa 3 miliardi e mezzo, dimezzando quasi il costo della misura attuale.

Per ottenere queste cifre l’esecutivo si è quindi premurato di studiare qualsiasi modo, senza prima effettuare una valutazione seria sull’efficacia dello strumento nel contrastare la povertà, commettendo degli errori che potrebbero costare caro al Governo. Ecco cosa ha fatto il Governo e quali sono questi errori strutturali.

Le manovre del Governo per cancellare senza eliminare il Reddito di Cittadinanza

Senza dubbio la decisione del Governo Meloni di “riformare” il Reddito non può non essere considerata un’operazione di rebranding, che cerca di accontentare i suoi elettori che erano a favore della cancellazione del sussidio e che ora non sentiranno più parlare di “Reddito di cittadinanza”, ma anche di non eliminare un sussidio – seppur ridotto – che di fatto resta l’unica misura utile per contrastare la povertà.

Se infatti in un primo momento il Governo aveva deciso di sospendere i sussidi ai percettori del Reddito di cittadinanza senza figli minorenni o disabili, classificati come “occupabili”, l’esecutivo ha dovuto rivedere questa decisione dopo essersi conto in secondo momento che la maggioranza di questi è ai servizi sociali e perciò non occupabile. Stando alla bozza del Decreto Lavoro, infatti, il Rdc verrà suddiviso in Gil (Garanzia per l’Inclusione) e Gal (Garanzia per l’attivazione lavorativa).

  • La Gil sarà la misura a cui potranno acc

© Money.it

Leggi l’articolo completo su Money.it

Condividi questo articolo
Exit mobile version