(Money.it) Erano mesi che si sapeva che il Reddito di cittadinanza sarebbe stato tolto (e non cancellato, come spiegheremo meglio di seguito) ad alcune famiglie, eppure solamente adesso le opposizioni si stanno muovendo per chiedere al governo un ripensamento che sappiamo non arriverà visto che Giorgia Meloni non intende fare passi indietro.
Dopo l’invio degli Sms con cui l’Inps ha comunicato l’addio al Reddito di cittadinanza per 160 nuclei familiari (mentre gli altri percettori dovranno dirgli addio a gennaio 2024), è scoppiata la protesta dei percettori alimentata da chi si è sempre fatto promotore della misura: ad esempio Giuseppe Conte, che proprio con il suo governo aveva introdotto il Reddito di cittadinanza, che ha definito questa operazione come “una guerra ideologica condotta sulla pelle dei più deboli, un disastro sociale, una vendetta contro il Movimento che però pagano gli italiani”.
Ma perché solamente adesso questo interesse sul Reddito di cittadinanza dopo oltre 7 mesi da quella legge di Bilancio che ne ha programmato lo stop? Perché il Reddito di cittadinanza – come il salario minimo d’altronde, sul quale perlomeno c’è un’apertura da parte di Giorgia Meloni – si è trasformato in una questione prettamente politica, da entrambe le parti.
D’altronde, anche la decisione di rivederlo – e non di cancellarlo – parte dal presupposto di voler tagliare ogni legame con il passato, cambiando nome – ma non stravolgendola – a una misura di chiaro stampo pentastellato così da farne dimenticare la paternità.
Reddito di cittadinanza, una mera questione politica?
Molto probabilmente il Reddito di cittadinanza è stata una delle misure degli ultimi anni più in grado di smuovere l’elettorato, sia da una parte che dall’altra.
Non è un segreto che l’ipotesi di un Rdc sia stata una delle principali ragioni di vittoria del Movimento 5 Stelle alle elezioni del 2018; ma sono stati tanti anche gli elettori che nel 2022 hanno pre
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