Recovery Plan e lo sviluppo di startup

Di Antonia De La Vega 2 minuti di lettura

Il Recovery Plan italiano del Governo Draghi, tra le riforme e i progetti nel cronoprogramma del PNRR, prevede anche misure destinate alle startup (in particolare alle startup innovative ma non soltanto) anche se il tema viene trattato in modo esplicito solo poche volte e senza riferimento a strategie o competenze centrali.

Di fondo, tali interventi rientrano nel più vasto quadro della trasformazione digitale del tessuto produttivo del Paese ed in particolare per la digitalizzazione delle PMI.

Di particolare interesse per le startup è l’investimento 1.1, della componente 3.1 inserita nella Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, che destina 500 milioni per la digitalizzazione di quanto custodito in musei, archivi, biblioteche e luoghi della cultura, così da consentire a cittadini e operatori di settore di esplorare nuove forme di fruizione del patrimonio culturale e di avere un più semplice ed efficace rapporto con la Pubblica Amministrazione. Nella relazione del PNRR, in merito a questa componente, si legge che sarà sostenuta la creazione di nuovi contenuti culturali e lo sviluppo di servizi digitali ad alto valore aggiunto da parte di imprese culturali/creative e start-up innovative, con l’obiettivo finale di stimolare un’economia basata sulla circolazione della conoscenza. Non vengono però forniti maggiori dettagli in merito. Sempre la nella Missione 1, componente 1.1, investimento 1.2 si legge che la transizione al cloud della PA, favorita dagli investimenti della prima componente della Missione 1, è funzionale anche allo sviluppo di un ecosistema di imprese e startup in grado di integrare e migliorare l’offerta e la qualità di prodotti software per la PA.

La Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica“, precisamente nella componente 2.5, prevede l’investimento 5.4 per la costituzione del Green Transition Fund (GTF) per il supporto e lo sviluppo di start-up green attive nella transizione ecologica (es. rinnovabili, mobilità sostenibile, efficienza energetica, economia circolare, trattamento rifiuti, batterie, etc.), tramite investimenti di venture capital diretti e indiretti, con uno stanziamento di 250 milioni di euro.

 

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