Recessione, 6 ragioni perché potrebbe essere poco profonda

Di Redazione FinanzaNews24 5 minuti di lettura
Economia

(BorsaeFinanza.it)

Fino a poche settimane fa gli investitori facevano i calcoli su quando sarebbe arrivata la svolta nei tassi di interesse da parte delle Banche centrali. I più pessimisti prevedevano una fine dei rialzi con le riunioni “estive” di BCE e Federal Reserve e un inizio delle riduzioni nei primi mesi del 2024. Gli ottimisti si attendevano i primi tagli già entro la fine dell’anno. Il rallentamento dell’economia (e dell’inflazione), acuito dalla restrizione nella concessione di crediti bancari determinata dalla crisi delle banche regionali USA e del Credit Suisse in marzo, facevano propendere per uno stop che avrebbe potuto evitare l’arrivo di una recessione.

Lo scenario è completamente cambiato dopo l’ultima tornata di riunioni delle Banche centrali (l’ultima oggi, la Bank of England). I banchieri centrali hanno dimostrato di pensarla ben diversamente dagli investitori. È vero che l’inflazione scende, ma lo fa in modo troppo lento e i prezzi al consumo rimangono ancora alti. Non si sono mai stancati di ripeterlo i falchi della BCE, Isabel Schnabel in primis. Ora però lo ha detto anche Jerome Powell in audizione al Congresso USA e i mercati hanno capito di aver mal riposto le loro speranze. Jeffrey Lacker, ex presidente della Fed di Richmond, ha recentemente dichiarato che i tassi di interesse sui Fed Funds saliranno oltre il 6% in USA. Fino a poche settimane fa i mercati si attendevano un approdo al 5,75%.

La recessione ci sarà, come sarà?

Di conseguenza la recessione si è riseduta al tavolo dei mercati finanziari, anche se c’è chi è convinto che non sarà profonda. Jon Maier, direttore degli investimenti di Global X, ha elencato 6 ragioni per le quali l’arretramento degli USA rimarrà contenuto. Ragioni che hanno a che fare con un nuovo modello di crescita globale nato all’indomani delle ultime crisi, Covid e guerra Russia-Ucraina in particolare.

Secondo il direttore degli investimenti di Global X ci sono fattori che differenziano lo scenario attuale da quello del recente passato, sia in meglio che in peggio. I fattori che, al netto del nuovo modello di crescita globale, renderebbero la recessione peggiore, sono legati all’ingresso in “un periodo in cui il costo del capitale probabilmente rimarrà elevato. Pur ritenendo che i rialzi dei tassi della Fed siano prossimi alla fine, prevediamo che i tassi rimarranno elevati fino alla fine del 2023. Inoltre, nel prossimo ciclo il terminal floor sarà più alto rispetto al decennio precedente” ha spiegato Jon Maier.

Se questi fossero gli unici fattori in campo la crescita economica dovrebbe subire un calo significativo. Ci sono tuttavia 6 buone ragioni che potrebbero rendere la recessione meno pesante:

  • Diverse regioni del mondo mostrano un andamento non sincronizzato. In alcune di esse la crescita sta proseguendo. È probabile che in termini reali la crescita economica globale rimanga positiva nel 2023 e 2024 con un conseguente impatto minore sulla domanda di materie prime rispetto al passato;
  • I processi di onshoring e nearshoring hanno aumentato gli investimenti negli impianti USA o in nazioni vicine. Inoltre, per fare fronte all’aumento dei costi, le imprese stanno investendo alla ricerca di maggiore efficienza;
  • La rivoluzione dell’intelligenza artificiale aumenta la necessità delle imprese di investire in produttività e potrebbe cambiare le leadership di mercato in diversi settore, dal tech fino ai comparti manifatturieri;
  • La disponibilità di manodopera ha aumentato la resilienza dell’economia statunitense. Le difficoltà nell’assunzione e nella formazione dei lavoratori degli ultimi anni hanno dissuaso le aziende dal licenziare. Di conseguenza, la produttività del lavoro è diminuita, con una contrazione dello 0,8%

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