Rapporto UNOCHA: il caldo un killer silenzioso che aumenta le disuguaglianze

Di Alessio Perini 3 minuti di lettura
variazioni climatiche

Un “killer silenzioso” la cui influenza “aumenterà sicuramente” nei prossimi anni e decenni. Anche l’impossibilità della vita umana in molte regioni del pianeta. È probabile che un’ondata di caldo estremo guidata dall’aumento del riscaldamento globale superi i limiti fisiologici e sociali umani in regioni come il Sahel, il Corno d’Africa e l’Asia meridionale e sudoccidentale.

Il caldo estremo va affrontato con azioni di mitigazione, ma soprattutto di adattamento

Le ondate di caldo estremo in queste regioni, dove i bisogni umanitari sono già elevati, porteranno a diffuse sofferenze e perdite di vite umane, sfollamento della popolazione e un ulteriore aumento delle disuguaglianze. Lo afferma in un rapporto congiunto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (UN OCHA) e della Federazione internazionale della Croce Rossa (IFRC).

Esposizione a calore estremo

Gli effetti cominciano a farsi notare oggi. E che diventeranno più evidenti e accentuati se la traiettoria delle emissioni globali non curva verso il basso e, allo stesso tempo, i Paesi più vulnerabili non riceveranno gli investimenti necessari per adattarsi ai cambiamenti climatici. Secondo alcune stime, entro la metà del secolo il numero di poveri che vivono in città con caldo estremo potrebbe aumentare del 700%. Le perdite economiche associate al calore eccessivo aumenteranno da 280 miliardi di dollari nel 1995 a 2,4 trilioni di dollari nel 2030. Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C invece di 2°C potrebbe far sì che fino a 420 milioni di persone siano meno esposte a ondate di calore estremo e circa 65 milioni di persone in meno sono spesso esposte a calore “eccezionale”. A 2°C, un miliardo di persone sarà a rischio di una combinazione letale di calore e umidità.

Jagan Chapagain, Segretario generale dell’IFRC dice: La crisi climatica sta esacerbando le emergenze umanitarie in tutto il mondo. Per evitare gli impatti più devastanti, dobbiamo investire allo stesso modo nell’adattamento e nella mitigazione, soprattutto nei paesi più a rischio. Alla COP27, faremo appello ai leader mondiali per garantire che questi investimenti raggiungano le comunità locali in prima linea nella crisi climatica. Se le comunità sono pronte ad anticipare i rischi climatici e sono pronte ad agire, eviteremo che eventi meteorologici estremi diventino disastri umanitari”.

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