Un nuovo fenomeno in crescita che crea subito polemica. Ci riferiamo all”homeschooling ovvero l’aumento registrato dai dati nazionali dell’istruzione in casa. L’allarme è lanciato dalla provincia autonoma di Bolzano, in Trentino Alto Adige e diventa caso nazionale
L’Autorità Garante nazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Carla Garlatti, dichiara circa il fenomeno dell’ homeschooling: “Secondo la Convenzione di New York il diritto ad educazione ed istruzione sono inscindibili. Non è detto che l’istruzione parentale garantisca diritto ad educazione. Se è vero che l’istruzione parentale è consentita dal nostro ordinamento, è pur vero che il ricorso a essa potrebbe essere circoscritto a casi particolari e a situazioni di necessità. La Convenzione di New York del 1989 parla di diritto all’educazione e all’istruzione come di un binomio inscindibile e, se l’istruzione parentale assolve al diritto all’istruzione, non è certo che garantisca anche quello all’educazione. Quest’ultimo si realizza infatti attraverso il confronto con la diversità e con la pluralità degli insegnamenti e delle esperienze. Si auscipa allo sviluppo di una disciplina più specifica rispetto alle previsioni attuali, così da assicurare istruzione di qualità, socialità ed un armonico sviluppo”.
“La scuola in presenza è un valore – dice Carla Garlatti, – Senza di essa i ragazzi perdono occasioni di socialità e crescita. Lo abbiamo visto con la didattica a distanza, della quale stiamo studiando le ricadute anche sul benessere psicologico di bambini e adolescenti. Ciò non toglie che l’istruzione parentale, il cosiddetto homeschooling, non abbia una sua funzione e una sua legittimità. Il numero degli alunni che studiano a casa rispetto al 2018-2019, dai dati diffusi ieri da AdnKronos, risulterebbe in crescita. Ma ciò può forse essere collegato al fatto che il 2020, anno al quale si riferiscono i dati, è stato anche l’anno del lockdown e della Dad. In ogni caso sarebbe necessario approfondire meglio, con indagini ad hoc. Si tratta comunque, in termini assoluti, di un fenomeno circoscritto: nell’anno scolastico 2020-2021, sempre esaminando gli stessi dati, l’istruzione parentale ha riguardato solo due alunni, ogni mille, iscritti a scuola e per il 65% si è trattato di bambini in età di primaria. I tassi più alti sono stati registrati in Friuli-Venezia Giulia, quattro ogni mille, e in Veneto e Marche, con tre su mille, mentre a sud – per esempio in Basilicata e in Calabria, l’homeschooling è pressoché irrilevante”.