In pensione se si raggiunge quota 102: lo dice la legge di Bilancio 2022. Occorrono caratteristiche anagrafiche più severe, rispetto a quota 100, mentre resta inalterato il requisito contributivo
Cosa cambia davvero? é solo una questione d’età? In realtà per la quota 102 si applicano le stesse finestre di attesa della quota 100 e prevede ugualmente l’incompatibilità tra la percezione della pensione e lo svolgimento dell’attività lavorativa. La manovra 2022 introduce una nuova disciplina in cui per accedere alla pensione con quota 102 occorre un’età minima di 64 anni ed una contribuzione minima pari a 38 anni, requisiti da perfezionarsi entro il 31 dicembre 2022.
Ovvero se il lavoratore raggiunge la quota 102, come somma di età e contributi, non può comunque pensionarsi se non ha almeno compiuto 64 anni e non possiede almeno 38 anni di contributi entro la fine del 2022. inoltre occorre fare attenzione al conteggio degli anni di contributi validi per il diritto alla pensione quota 102: 38 anni possono non essere sufficienti, se non è contemporaneamente rispettato il requisito di 35 anni di contributi al netto dei periodi di disoccupazione, o di malattia o infortunio non integrati dal datore di lavoro.
Per raggiungere il requisito contributivo però si possono sommare in regime di cumulo i versamenti accreditati in casse diverse, con esclusione della contribuzione accreditata presso le gestioni di previdenza dei liberi professionisti, sommando tutti e per intero i periodi assicurativi versati o accreditati presso due o più forme di assicurazione obbligatoria, gestite dall’Inps.
La legge consente di sommare gratuitamente, ai fini del diritto alla quota 102, la contribuzione accreditata presso le seguenti casse:
- Assicurazione generale obbligatoria Inps
- Forme esclusive e sostitutive dell’Assicurazione generale obbligatoria
- Gestione separata
- Sono invece escluse le casse professionali, sia private che privatizzate.
Occorre precisare però che se ci sono periodi coincidenti, i contributi vanno contati una volta soltanto e così saranno neutralizzati quelli versati o accreditati presso la gestione nella quale risultino presenti il maggior numero di contributi. Ai fini della misura, cioè dell’importo della pensione, i versamenti devono essere invece valorizzati tutti e per intero.
La decorrenza della pensione quota 102 è cambiata a causa del calcolo dell’applicazione del periodo finestra di attesa:
- i lavoratori del settore privato conseguono il diritto alla decorrenza della pensione trascorsi 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti;
- i dipendenti pubblici conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico trascorsi 6 mesi dalla data di maturazione dei requisiti ed occorre presentare la domanda di collocamento a riposo, all’amministrazione di appartenenza, con un preavviso di 6 mesi
- per i dipendenti del comparto scuola e Afam si applica la finestra unica annuale di uscita.