Questo satellite gigante sta causando problemi astronomici agli scienziati: ecco perché

Di Valentina Ambrosetti 6 minuti di lettura
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Questo satellite gigante sta causando problemi astronomici agli scienziati: ecco perché

Da anni gli scienziati lanciano l’allarme per l’inquinamento luminoso causato dai satelliti che operano in orbita terrestre bassa (LEO), come quelli lanciati da SpaceX per il suo Starlink servizio Internet: in effetti, tali preoccupazioni hanno addirittura portato a petizione. SpaceX ha adottato diverse misure nel corso degli anni per affrontare il problema, come testando le alette parasole e il rivestimento antiriflesso sui satelliti. Tuttavia, la compagnia di Elon Musk non è l’unica a spedire satelliti in LEO, ed è arrivata sulla scena anche una nuova generazione di satelliti giganti che eclissano anche le stelle più luminose.

Il satellite gigante in questione è BlueWalker 3, il primo al mondo a consentire una linea 5G diretta tra un satellite e un telefono. Sviluppato da AST SpaceMobile, si apre per rivelare un’apertura che si estende su 693 piedi quadrati. L’unità prototipo è entrata in orbita poco più di un anno fa, ma presto si vedrà una serie di modelli commerciali chiamati BlueBirds fluttuare nel cielo notturno. Ciò preoccupa gli scienziati, poiché l’unità prototipo è già uno degli oggetti più luminosi nel cielo notturno.

In un studio Pubblicato sulla rivista Nature, gli scienziati spiegano di aver raccolto foto di astronomi professionisti e volontari dilettanti per studiare il problema dell’inquinamento luminoso. Il team ha scoperto che la luminosità del BlueWalker 3 raggiungeva la magnitudine apparente di 0,4, che era maggiore di quella di alcuni corpi cosmici ben noti come Betelgeuse e Altair, mettendolo nella stessa lega delle 10 stelle più luminose del cielo.

Il grande problema della luce per l’astronomia

Secondo Imperial College di Londra, BlueWalker 3 comanda “il più grande sistema di antenne commerciali mai schierato nell’orbita terrestre bassa” con una superficie di 64 metri quadrati. Questo è un precedente preoccupante per l’inquinamento luminoso. Mentre gli scienziati sono abituati a vedere i satelliti nel corso delle loro osservazioni, le immagini finali devono essere alterate digitalmente per rimuovere le strisce risultanti. Quando passa una catena di satelliti, come i treni Starlink, il compito diventa incredibilmente gravoso, poiché correggere quelle immagini non è facile. BlueWalker 3, con il suo massiccio profilo di riflessione, potrebbe essere decisamente più dirompente.

Tecnicamente descritto come luce artificiale notturna (ALAN), l’inquinamento luminoso non è solo una fonte di interferenza ottica da parte di satelliti così grandi, ma secondo gli esperti esiste anche un altro aspetto dell’interferenza radio che deve essere affrontato contemporaneamente. Un rapporto esaustivo a cura dell’ Unione Astronomica Internazionale [PDF] evidenzia la portata del problema e propone linee guida per proteggere la “scienza dell’astronomia” dai satelliti artificiali. Poi c’è l’aspetto del patrimonio cosmico. SpaceX ha già il permesso FCC per lanciare 12.000 satelliti e prevede di lanciare ulteriori 30.000 unità. Gli scienziati temono che questi satelliti presto offuscheranno la vista incontaminata non solo per loro, ma anche per l’osservatore medio delle stelle.

Il futuro dell’astronomia è luminoso

A preoccupare gli astronomi non sono solo le strisce luminose, ma anche le interferenze adiacenti. “BlueWalker 3 trasmette attivamente su frequenze radio vicine alle bande riservate alla radioastronomia, e le protezioni esistenti dell’osservatorio dalle interferenze radio potrebbero non essere sufficienti”, osserva il dottor Mike Peel, ricercatore presso l’istituto con sede a Londra. Gli esperti coinvolti nell’ultimo studio sperano che le parti interessate del settore dei satelliti commerciali si consultino con gli scienziati per ridurre al minimo gli impatti negativi prima dell’implementazione su larga scala.

Sembra che AST Mobile non sia ignaro delle preoccupazioni. Lo racconta l’azienda Space.com che sta “collaborando” con la NASA e altri gruppi su strategie per risolvere i problemi di luminosità e esplorando tattiche come il cambiamento della geometria dell’antenna per garantire che le interruzioni radio siano ridotte al minimo. L’azienda ha inoltre espresso l’intenzione di applicare un rivestimento antiriflesso sulla successiva ondata di satelliti per rispondere ai reclami.

Sì, già pianificato. Evitiamo l’uso di alcune frequenze Ku più basse specificatamente per la radioastronomia.

—Elon Musk (@elonmusk) 27 maggio 2019

Anche il leader del settore SpaceX sta facendo passi avanti positivi. La società sostenuta da Elon Musk sta lavorando con l’Osservatorio nazionale di radioastronomia per attenuare l’impatto negativo dei satelliti sull’astronomia. Tra i suggerimenti proposti c’è la creazione di zone di esclusione radio in modo che gli osservatori possano svolgere il proprio lavoro senza interferenze radio satellitari. Ma non tutti ne sono convinti e molti nella comunità scientifica temono che gli sforzi compiuti siano troppo pochi e troppo tardi.

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