Quel carrello della spesa che non finisce più di lievitare e il portafogli di diminuire

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura
carello della spesa

Energetici e alimentari freschi ai massimi storici

Quanto costa fare la spesa ad agosto 2022? circa il 10% in più rispetto allo scorso anno. Una misura contro lo spreco alimentare? no, la crisi del Belpaese e il risultato di un’inflazione che non smette di progredire

Di quanto lievitano i prezzi?

Il costo dei prodotti che carrello della spesa cresce del +9,1% e i prezzi al consumo per le famiglie aumentano del 7,9% su base annua: i tristi dati  che riguardano il nostro presente e sicuramente il nostro futuro sono confermati dall’ISTAT che studia gli effetti sulla vita di tutti i giorni dell’ inflazione.

Dopo i beni energetici, la spinta inflazionistica si sta allargando ad altri settori merceologici, come conferma l’ultima ricerca dell’Istituto Italiano di Statistica. In particolare i prezzi dei prodotti alimentari trasformati (vanno dal +8,1% al +9,5%), dei beni durevoli (dal +2,8% al +3,3%) e dei beni non durevoli (dal +2,9% al +3,6%). In aumento anche i servizi di trasporto (dal +7,2% al +8,9%) e di altri  vari servizi  (che vanno dal +1,1% al +1,6%), massimizzando l’energia e le storie di cibi freschi.

In questo scenario il “paniere che riassume i prodotti che formano il carrello della spesa” diventa sempre più costoso, raggiungendo il +9,1%.

Cosa è accaduto questa estate?

Nel solo mese di luglio, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) ha registrato un aumento dello 0,4%su base mensile e  del 7,9%su base annua (dal +8,0% del mese precedente), confermando la stima preliminare. Lo stesso vale per l’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IPCA), cresciuto dell’8,4% su base annua (dal +8,5% del mese precedente), confermando le stime preliminari.
L’inflazione corre, al netto dei beni energetici e dei prodotti alimentari freschi,  è aumentata da +3,8% a +4,1%. L’inflazione ottenuta per il 2022 è del +6,7% per l’indice generale e del +3,3% se si considera l’inflazione di fondo.

Ricordiamo che per considerare un’inflazione meno erratica e più utile per guidare le azioni delle banche centrali che hanno per compito di mantenere la stabilità monetaria occorre considerare proprio il valore di core inflation o inflazione di fondo con cui si indica la misura dell’aumento medio dei prezzi (e quindi anche della diminuzione del potere d’acquisto della moneta) escludendo dal conteggio i beni che tipicamente sono soggetti a forte volatilità di prezzo (energia e  generi alimentari).

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