(Money.it) Non c’è un’età per iniziare a mettere da parte i soldi. Dare la paghetta i figli può essere un’azione educativa perché li aiuta a sviluppare la percezione del denaro, il suo valore e la capacità di gestione di questo. Anche in tenera età infatti possedere una piccola somma di denaro ricevuta settimanalmente può responsabilizzare i figli. Può aiutarli a prendere delle decisioni, per esempio se vogliono comprare qualcosa con i soldi messi da parte o se vogliono continuare a mettere da parte dei soldi per qualcosa di più grande.
Non sempre la paghetta però viene utilizzata nella maniera corretta. Per esempio la paghetta in tenera età non può essere collegata alla collaborazione in famiglia o al rendimento scolastico. Il bambino non deve raggiungere degli obiettivi soltanto per ottenere del denaro, al contrario deve essere introdotto al concetto di “risparmio”. Secondo diversi psicologi la paghetta dovrebbe essere uno strumento utilizzato dei genitori dopo gli 8 anni per educare i figli, anche se sono in molti a iniziare già prima di quest’età. Se si inizia con una cifra bassa, di circa 0,50 euro a settimana, non si sviluppano conseguenze negative.
Ecco perché conoscere quanto dare di paghetta i figli, un importo corretto per ogni età, è essenziale per rendere la paghetta uno strumento educativo. I genitori che scelgono lo strumento della paghetta sono a loro volta responsabili di alcuni doveri, come la puntualità per insegnare ai figli una corretta gestione del denaro.
Qual è la somma più adatta da dare ai bambini come paghetta?
Non c’è una cifra corretta da dare come paghetta. Questo infatti dipende dalla disponibilità della famiglia, dalla necessità del bambino o da qu
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