Quando un robot diventa anche capace di fare il sommelier: accade negli USA

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura
Robot sommelier vino

L’intelligenza artificiale ha davvero varcato tutti i confini ed è arrivata anche nell’universo del “wine” con il “robot sommelier”. E se abbiamo pensato che almeno il gusto poteva essere lontano dalla robotica, oggi dobbiamo ampiamente ricrederci

Una nuova tecnologia sviluppata da scienziati statunitensi dimostrerebbe come l’intelligenza artificiale possa anche determinare il gusto del vino, cogliendone varie sfumature. Come ricorda il sito web britannico The Drinks Business, il primo esperimento di questo tipo era stato fatto in Australia dove  è stato sviluppato un prototipo di naso elettronico in grado di differenziare tra il whisky più economico e più costoso in meno di quattro minuti. Ora si sta cercando di varcare una nuova frontiera: sostituire i veri sommelier con dei robot. Oggi sembrerebbe davvero possibile e nel frattempo, la ricerca scientifica sta testando anche l’intelligenza artificiale (AI) sul fronte della degustazione.

Cosa ne pensa la comunità scientifica?

Questo sta accadendo negli Stati Uniti, dove alcuni scienziati hanno addestrato il gusto virtuale su 148 vini basati su tre diversi vitigni, ciascuno con 13 caratteristiche, tra cui alcol, colore, flavonoidi, alcalinità, magnesio. A ciascuno di essi viene assegnato un valore da 0 a 1. Brian Hoskins, un fisico del National Institute of Standards and Technology (NIST) dell’Università del Maryland che ha lavorato al progetto con Western Digital, ha detto dell’esperimento: “È una degustazione virtuale di vino, ma la degustazione viene eseguita con apparecchiature analitiche che è più efficiente, ma meno divertente della vera “degustazione”. In effetti, il sistema era accurato al 95,3% e ha commesso solo due errori.

Da cosa si era partiti? Ovvero quale era l’idea iniziale?

“La tecnologia di degustazione del vino AI non è stata sviluppata per creare sommelier artificiali, ma piuttosto per dimostrare che tali dispositivi possono essere potenzialmente  utilizzati per creare nuovi sistemi di intelligenza artificiale che consumano meno energia di quelli convenzionali  e delle tecnologie precedenti, e che possono essere utilizzati anche  per applicazioni come abbigliamento intelligente, droni in miniatura o sensori che elaborano i dati alla fonte”.

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