Quando le sanzioni tributarie colpiscono anche gli eredi

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(QuiFinanza.it) Gli eredi sono tenuti a versare le sanzioni tributarie del de cuius? Le eventuali violazioni commesse da una persona fisica si estinguono nel momento in cui l’autore della stessa dovesse morire? In altre parole, gli eredi quando sono tenuti ad effettuare i pagamenti?

Spesso e volentieri, con l’apertura di una successione non arrivano solo gli onori (costituito dall’eventuale patrimonio del defunto), ma anche dagli oneri, che possono essere costituite dai debiti e da eventuali sanzioni tributarie.

Per fortuna, però, gli eventuali crediti erariali nati da una sanzione tributaria derivata da una qualsiasi violazione fiscale compiuta da una persona fisica, non si trasmettono agli eredi. Il credito erariale si estingue con la morte dell’autore della violazione. Questo significa che, nel momento in cui è stato documentato il decesso del destinatario delle sanzioni, si conclude anche la materia stessa del contendere. Gli eredi, in altre parole, non devono nulla all’amministrazione tributaria. Non si devono pagare le spese, ma soprattutto non opera il meccanismo del raddoppio del contributo unificato. A confermarlo è, attraverso l’ordinanza n. 26015 del 5 settembre 2022, la Cassazione Civile.

Sanzioni tributari, nessun obbligo in capo agli eredi

L’ordinanza della Cassazione Civile prende spunto da un caso concreto, che andremo a trattare. L’Agenzia delle Entrate, attraverso una notifica ufficiale, aveva provveduto a comunicare ad un contribuente lo sgravio dei tributi iscritti a ruolo, in merito a degli importi relativi ad Irpef, Irap ed Iva per l’anno 2002. Attraverso questo provvedimento l’AdE comunicava l’annullamento di tutti i carichi pendenti corrispondenti a tributi ed addizionali.


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