Quando la tua psicologia è bloccante interrogati: potrebbe essere a causa dell’impotenza appresa

Di Barbara Molisano 3 minuti di lettura
Wall Street

Per impotenza appresa si intende uno stato in cui le persone, pur trovandosi in una situazione negativa e con un forte disagio psicofisico, lo accettano passivamente, senza cercare di migliorarlo. Questa sensazione di impotenza è tanto più forte e percepita quanto più la causa degli eventi appare incontrollabile, ripetitiva nel tempo e globale, cioè colpisce tutta la nostra vita.

Questo perché l’impotenza appresa ci porta a credere che qualsiasi tentativo di risolvere i problemi che affrontiamo sarà inefficace e avrà persino conseguenze negative per la nostra salute emotiva. La paura del fallimento può paralizzarti e causare la perdita di autostima e persino portare alla depressione. Infatti, ci incoraggia ad accettare anche situazioni molto negative senza reagire, facendoci sentire completamente impotenti e umili di fronte al disagio. Inoltre, smettiamo di imparare dagli errori, considerando invariabile la fase negativa, assumiamo il ruolo di vittima, chiudendoci in noi stessi e accettando passivamente le circostanze.

Ma quali sono le cause dell’impotenza appresa? Traumi fisici e psicologici, situazioni difficili: La convinzione di non essere sufficienti è radicata nella nostra storia personale, e non è sempre facile trovarne le ragioni. La convinzione nella nostra impotenza di fronte agli eventi negativi deriva, secondo gli esperti, da una storia di fallimenti che sviluppa in noi un sentimento di sfiducia nelle nostre capacità e mina la nostra autostima: ci sentiamo impotenti, e alla fine interiorizziamo esso. sentimento e applicarlo a tutti gli aspetti della nostra vita.

Individuare le cause, con il supporto di uno psicologo o psicoterapeuta, è senza dubbio il primo passo per iniziare a risolvere il problema.

L’impotenza appresa confonde, ti fa sentire come se fossi in una gabbia psicologica che anestetizza la realtà e blocca ogni tentativo di cambiamento dalla radice. Per uscire da questa dolorosa fase di transizione, è necessario fare qualcosa che a prima vista sembra banale: coltivare l’ottimismo. Sembra una semplificazione, ma non lo è: c’è qualcuno al nostro fianco che ci aiuta a non vedere sempre il lato negativo, ma ci incoraggia ad affrontare le cose e a non mollare all’inizio, è un vero aiuto per chi soffre di impotenza appresa.

Il passo successivo è riconoscere i pensieri automatici, quelle vocine nella testa che ci dicono che è inutile agire, che comunque nulla cambierà; riconoscerli aiuta a sradicarli e invece innesca meccanismi di pensiero coscienti e costruttivi per aiutare a rompere l’impasse. Certo, ci vuole tempo per automatizzare questi processi, ma le nostre menti sono molto flessibili e ricerche recenti mostrano che ci vuole meno di un mese per imparare nuove abitudini.

Con questi pensieri in mente, è tempo di cercare di trovare alternative meno pessimistiche e spesso più realistiche. Ci aiuta a mettere le cose in prospettiva e guardare i problemi dall’esterno in modo neutrale e meno catastrofico.

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