Quando cuore e mente sono collegati

Di Barbara Molisano 3 minuti di lettura

Colesterolo alto, elevati livelli di glicemia, ipertensione. Sono tutte condizioni che spingono chiunque a preoccuparsi subito della salute del cuore. Giustissimo, ma la storia non finisce qui: in gioco c’è anche il cervello, e con esso la mente.

Storicamente la clinica e la ricerca di base hanno ampiamente dimostrato che i fattori di rischio cardiovascolare sono la causa principale di eventi cerebrali acuti come l’ictus. Ma ciò che negli ultimi anni sta emergendo in modo sempre più chiaro è che gli stessi fattori possono incidere in maniera determinante anche sulle patologie croniche-neurodegenerative. Lo
studio di questo binomio cuore cervello nasce prima di tutto dalla dimostrazione che l’ipertensione arteriosa è il principale fattore di rischio per la demenza vascolare.

Recentemente lo scenario si è ulteriormente allargato, arrivando a comprendere anche patologie, come ad esempio l’Alzheimer, che si ritenevano di natura esclusivamente neurologica. In molte
forme di decadimento cognitivo  esiste una componente vascolare non trascurabile. La salute del sistema cardiovascolare si sta rivelando sempre più collegata a quella del cervello. Le strade per la lotta all’ipertensione e alle demenze si incrociano. Numerosi sono gli studi che si concentrano sulla la comunicazione tra cervello e cuore. Al centro c’è il ruolo che il sistema nervoso ha nell’influenzare la pressione arteriosa e quindi la salute dei vasi. Non solo il cervello è un ‘organo bersaglio’ dell’ipertensione  ma è anche uno dei principali regolatori del sistema cardiocircolatorio.

La regolazione avviene tramite due modalità principali: la prima fa riferimento al continuo interscambio di informazioni che vengono dagli organi periferici per essere poi elaborate dal sistema nervoso autonomo, che risponde con altri impulsi nervosi in modo da mantenere un equilibrio, la cosiddetta omeostasi.

Un’altra via di comunicazione e controllo è  il sistema immunitario. Il sistema nervoso, infatti, controlla la milza, organo che per decenni è stato considerato poco o per niente necessario ma che in realtà è importante per organizzare risposte immunitarie appropriate agli stimoli a cui l’organismo è sottoposto.  Il sistema “neuroimmunitario” si sta rivelando determinante per molti fattori di rischio cardiovascolare.  Il cervello comunica con impulsi nervosi, quindi elettrici. E questo sta facendo nascere un nuovo campo di ricerca: la medicina bioelettronica, con la possibilità di creare apparecchiature capaci di intervenire elettronicamente sul sistema nervoso.

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