(BorsaeFinanza.it) Nel 2022 in Italia si sono contati complessivamente 1.090 infortuni sul lavoro, di cui 790 mortali. Un dato quest’ultimo in significativo aumento (+21%) rispetto al 2021. Le Regioni meno sicure sono la Valle d’Aosta e il Trentino Alto Adige, la Basilicata, le Marche, l’Umbria e la Campania. Questi numeri non tengono conto dell’economia sommersa e di tutti i lavoratori che non sono assicurati con l’INAIL. In quest’ultima situazione, comune alla maggior parte dei dipendenti, come funziona il pagamento in caso di infortunio e quali sono i tempi di accredito del bonifico?
A quanto ammonta il pagamento INAIL per infortunio
Gli infortunati sul lavoro assicurati con l’INAIL hanno diritto a diverse tipologie di indennità, a seconda della gravità dell’infortunio subìto sul lavoro. L’indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta prevede una prestazione economica che sostituisce lo stipendio nel periodo di assenza dal lavoro.
Il primo giorno di assenza, il lavoratore riceve il 100% della retribuzione giornaliera dal datore di lavoro; nei tre giorni successivi (il “periodo di carenza”), salvo diverse disposizioni contenute nei contratti collettivi, la percentuale dell’indennità scende al 60%, pagata sempre dal datore di lavoro.
Dal quinto giorno successivo alla data di infortunio, è l’INAIL ad erogare l’indennità con la percentuale del:
- 60% della retribuzione media giornaliera fino al 90° giorno di convalescenza;
- 75% della retribuzione media giornaliera dal 91° giorno fino alla guarigione clinica.
Di solito il datore di lavoro prevede un’integrazione rispetto al trattamento INAIL in modo che il lavoratore percepisca una somma pari al 100% della retribuzione. Nella maggior parte dei casi, i CCNL prevedono l’integrazione al 100% della retribuzione. L’indennità giornaliera, soggetta a tassazione IRPEF ma non ai contributi INPS, si calcola sulla base della retribuzione effettivamente corrisposta al lavoratore (straordi
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