(Money.it) La Russia di Vladimir Putin potrebbe utilizzare armi nucleari per porre fine alla guerra in Ucraina. È questo lo scenario dipinto di Sergey Markov, ex consigliere per la politica estera del Cremlino dal 2011 al 2019.
A fargli eco in Italia Mario Giro, ex viceministro degli Esteri e membro della Comunità di Sant’Egidio con una lunga carriera nella cooperazione internazionale. Infatti, secondo l’ex ministro, davanti all’attuale quadro geopolitico ci sarebbe davvero il “grande pericolo dell’uso dell’arma atomica”, specialmente a causa di alcuni consiglieri russi, che vedono il nucleare come unica soluzione.
Basti pensare a quanto auspicato da Sergey Karaganov, un influente consigliere del presidente Putin, il quale ha più volte esortato Mosca ad utilizzare armi tattiche nucleari non solo in Ucraina ma anche in Occidente, per sfiancare il sostegno dell’Europa e degli Stati Uniti a Kiev, e concludere così la guerra.
Davanti a una simile situazione, le parole di Markov assumono le inquietanti sfumature di una profezia ma sono frutto, in realtà, di specifici ragionamenti sull’attuale quadro geopolitico e sul funzionamento della grande macchina governativa russa. Ma ciò che è lecito domandarsi è se davvero l’atomica sia l’unica soluzione percorribile.
“La Russia potrebbe usare armi nucleari”: lo scenario delineato da Markov
L’ipotesi che la Russia potesse utilizzare armi tattiche nucleari – purtroppo – non è mai stata esclusa. E se prima il nucleare è stato il centro della strategia di deterrenza del presidente Putin, minacciando – poco velatamente – l’Europa di “gravi ripercussioni”, ora invece viene visto come possibile via d’uscita per concludere la guerra in Ucraina.
Questa è la conclusione a cui sarebbe giunto l’ex consigliere Sergey Markov dopo aver valutato att
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