Può essere possibile il riciclo del calcestruzzo? idee alternative

Di Alessio Perini 5 minuti di lettura
riciclo del calcestruzzo

È il materiale da costruzione più utilizzato al mondo, ma ha anche la più grande impronta di carbonio. Ogni anno la sua produzione è associata all’emissione nell’atmosfera di milioni di tonnellate di CO2. Si tratta di cemento, elemento integrante del mondo moderno e allo stesso tempo sfida per la sua sostenibilità. Ecco perché oggi fioriscono in tutto il mondo diversi progetti per inserire questo prodotto nel perimetro dell’economia circolare. Come? Prova materie prime più sostenibili, perfeziona i processi di produzione a basso impatto o esplora le misure di riciclaggio.

A questo livello si colloca la nuova sfida di Enel, lanciata sulla piattaforma di crowdsourcing Open Innovability®. Il gruppo ricerca metodi e soluzioni innovative per il recupero del calcestruzzo di scarto che ritardino il più possibile la fine della vita utile del materiale. Una sfida aperta che attinge all’ingegno di inventori, ingegneri, ricercatori, start-up e aziende per trovare e implementare nuove idee “cicliche”.

La seconda vita del cemento

Ogni anno nel mondo vengono utilizzate miliardi di tonnellate di calcestruzzo e la domanda cresce più rapidamente di quella di acciaio o legno. Il problema numero uno in termini di meteo? La produzione di clinker, il principale componente del cemento, è responsabile della più alta percentuale di CO2 nell’industria del cemento. Infatti anche con i forni più moderni si parla di emettere almeno 800 kg di anidride carbonica per chilogrammo di materiale prodotto.

Ridurre l’impronta di carbonio sostituendo le tecnologie o i materiali utilizzati per produrre il clinker rimane una sfida. D’altra parte, è molto più facile ridurre l’estrazione di materie prime e la nuova produzione recuperando e riutilizzando ciò che è già stato utilizzato. Ma cosa c’entra uno dei principali operatori energetici mondiali con il riciclaggio del calcestruzzo?

L’economia circolare è da tempo nel DNA di Enel come soluzione diretta per coniugare competitività e sostenibilità ambientale. Un impegno preciso, accompagnato da un altro impegno altrettanto forte: arrivare a zero emissioni di gas serra entro il 2040. Per una grande azienda energetica come Enel la strada è a senso unico e richiede un’accelerazione dell‘espansione delle energie rinnovabili, seguita da un graduale smantellamento delle fabbriche che funzionano con combustibili fossili. “Questo”, spiega l’azienda, “ci ha portato a essere più consapevoli dell’importanza di trovare metodi e standard di riciclo sostenibili”, nonché a trovare un modo per gestire la grande quantità di detriti di cemento generati dallo smaltimento che interesserà molti dei gli stabilimenti dell’azienda in Italia nei prossimi anni e in altri paesi.

Come recuperare il calcestruzzo da impianti fuori servizio?

Attualmente, spiega Enel, il calcestruzzo gettato viene riutilizzato solo in alcuni casi particolari e solo per riempire avvallamenti o buche stradali, sia attraverso lavori eseguiti in cantiere, sia inviando pietrisco a strutture esterne. Il resto finisce nelle discariche.

La sfida lanciata da Open Innovability® mira a trovare le alternative sopra citate che consentano il riciclo del calcestruzzo sia dalle torri degli impianti elettrici che dalle sottostazioni e centrali elettriche. Soluzioni originali, innovative e sostenibili, applicabili localmente, economicamente vantaggiose e rispettose del clima e dell’ambiente.

Hai tempo fino al 9 ottobre 2022 per partecipare all’iniziativa presentando la tua soluzione attraverso la piattaforma di crowdsourcing. Le proposte devono rispondere a criteri precisi, a cominciare ovviamente dalla fattibilità.

I progetti mirati devono essere fattibili, semplici, intelligenti, veloci da implementare e applicabili in un contesto globale

Ma con un occhio di riguardo all’Italia e alla Spagna, due Paesi dove il cemento riciclato sarà disponibile e quindi rispetterà le normative nazionali in materia di gestione, trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti.

Devono inoltre essere in grado di movimentare grandi quantità di materiale in termini di volume e peso. La sostenibilità della proposta non è da sottovalutare: le soluzioni devono fornire una seconda vita a basso impatto, riducendo al minimo l’utilizzo di acqua e CO2 nel ciclo di vita. Oltre ad avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente.

Ai sostenitori viene inoltre chiesto di valutare idee per il riutilizzo e il riciclaggio del calcestruzzo in loco per evitare il trasporto a lunga distanza di pietrisco e le relative emissioni. Per la migliore soluzione, Enel assegna fino a 30mila dollari e l’opportunità di avviare una collaborazione con l’azienda per trasformare il progetto in un prodotto concreto. Questo obiettivo contribuirà al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) stabiliti nell’Agenda 2030.

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