Psicologia: la felicità è vista come qualcosa di esterno ma occorre comprendere che risiede dentro di noi grazie alla formula delle “4A”

Di Barbara Molisano 2 minuti di lettura

La nostra società è quella che nella storia ha più supporto, c’è un incremento di psicologi e coach e soprattutto più attenzione alla salvaguardia della psicologia dei giovani da parte dei genitori che sono usciti dalla percezione ignorante che “il sostegno psicologico è solo per i matti” eppure cresce il numero di persine con la depressione

Ne soffrono tre milioni di italiani secondo l’Istat e una delle cause più comuni della depressione nasce dalla voglia di raggiungere la felicità, come se fosse qualcosa al di fuori di noi, di esterno che non siamo in grado di veicolare e di guidare. Questo costante inseguimento però deve essere guidato per condurci a una qualche forma di giovamento e non farci guidare nel baratro dell’insoddisfazione.

Occorre seguire la via delle 4 A, un cammino in grado di farci comprendere che molto dipende da noi e da un percorso interiore che solo noi possiamo mettere in atto.

Parte tutto da una “A” fondamentale ovvero quella di “Ascoltare” che  si riferisce non ad ascoltare gli altri, ma la nostra voce interiore, seguendo il principio di Steve Jobs: “Non lasciare che il rumore delle voci degli altri attutisca la tua voce”.

La seconda azione è “Accettare”: occorre perdonare noi stessi, invece di trasformare la nostra vita in un’arena in cui litighiamo costantemente con gli altri: “Quello che non capiamo è che nessuno può farci del male quanto noi stessi. Dobbiamo imparare ad accettarci, migliorare le nostre qualità e lavorare sui nostri limiti”.

La terza A è “Apprezzare” o meglio apprezzarci: impariamo a volerci bene e ad  accrescere il rispetto per noi stessi, aiutandoci ad apprezzare il presente, e non solo a concentrarci sull’incertezza del futuro. La quarta è forse la più romantica ma anche la più difficile di tutte “Amare”: sviluppiamo l’amore per noi stessi, perché solo così «possiamo donare incondizionatamente una parte di noi stessi agli altri».

 

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