In natura non c’è distinzione tra proteine animali e vegetali. Ciò che distingue questa categoria di molecole è il cibo da cui derivano. In genere, infatti, possono esserci molecole proteiche che si trovano sia negli alimenti animali che in quelli vegetali.
È facile capire che queste proteine derivano da alimenti vegetali, tra cui:
Alghe (principalmente spirulina).
Cereali e lavorazioni derivate dai cereali (i principali sono il muscolo di grano e il seitan).
Frutta a guscio (noci, noci, noci del Brasile, nocciole, mandorle, pinoli e legumi compresi nella categoria delle noci come anacardi e arachidi).
Legumi (fagioli, ceci, lenticchie, fagioli, piselli).
Semi oleosi (sesamo, canapa, chia, lino, girasole).
Soia (come fagioli ed edamame) e derivati ottenuti dalla lavorazione di questi fagioli (tofu, tempeh, miso, tamari shoyu).
Piccole quantità di proteine si possono ottenere anche mangiando frutta e verdura, ma in piccola proporzione rispetto ai fabbisogni nutrizionali umani.
Da un punto di vista qualitativo non ci sono differenze significative tra proteine animali e vegetali. Quello che sta cambiando è il suo valore biologico. Con questo termine, generalmente indicato come BV, si intende la quantità di azoto effettivamente assorbita e utilizzata dall’organismo. Questo valore viene calcolato dopo aver dedotto le perdite nelle urine e nelle feci. Il valore biologico si riferisce agli alimenti che sono considerati la fonte proteica di qualità più elevata, ovvero le uova con un BV del 100%. Cosa significa? È chiaro che per ottenere il valore proteico, utilizzando solo prodotti erboristici, è necessario prestare una certa attenzione. Ad esempio, è sempre consigliabile abbinare cereali e legumi. Insomma, seguire una dieta mediterranea a base di pasta o minestre di fagioli compensa la bassa biodisponibilità delle proteine in questi alimenti. Pertanto, in generale, le proteine vegetali dovrebbero essere considerate qualitativamente meno complete delle proteine animali. Ciò è dovuto principalmente al minor valore biologico associato alla mancanza di aminoacidi essenziali. Ad esempio, se dovessimo considerare in primo luogo i cereali, sarebbero carenti di triptofano e lisina. Questi amminoacidi, infatti, svolgono un ruolo biologico molto importante poiché sono direttamente coinvolti nella biosintesi della vitamina B3.Al contrario, i legumi contengono proteine ricche di questi amminoacidi, ma non contengono metionina o cisteina. Di conseguenza, il suo consumo come unica fonte di proteine può rallentare la crescita di capelli, capelli e unghie. Questo è il motivo per cui l’abbinamento degli alimenti, soprattutto se si consumano solo alimenti di origine vegetale, diventa fondamentale.