Prostata e caffè, iniziamo la giornata con un gesto di salute

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura
il caffè che fa bene alla salute

Dal caffè protezione contro il cancro della prostata. Una ricerca condotta su settemila uomini italiani, unita a studi in laboratorio, conferma che il rischio di tumore si riduce di oltre il 50% in chi beve più di tre tazzine di caffè al giorno

Il caffè è parte integrante dello stile alimentare italiano, che, ricordiamolo, non è fatto solo di singoli cibi, ma anche del particolare modo di prepararli. Un altro componente tipico dello stile
di vita italiano andrebbe ad aggiungersi alla già lunga lista di elementi che contribuiscono a fare degli Italiani uno dei popoli più “in salute” al mondo. Questa volta tocca al caffè. Una ricerca mostra come possa abbassare il rischio di ammalarsi di cancro della prostata. E il dato sull’azione antitumorale del caffè viene confermato anche in laboratorio. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica International Journal of Cancer, punta a fare chiarezza in un campo fino ad oggi ancora molto dibattuto: il ruolo del caffè in relazione al carcinoma prostatico e, specificamente, l’azione della caffeina. Alcuni studi recenti, sia inglesi che americani, avevano suggerito un effetto protettivo della popolare bevanda. Il lavoro scientifico parte dall’osservazione, durata in media quattro anni, di circa settemila uomini. Analizzando le abitudini relative al consumo di caffè mettendole a confronto con i casi di cancro alla prostata che si sono verificati nel corso del tempo abbiamo potuto evidenziare una netta riduzione di rischio, il 53%, in chi ne beveva più di tre tazzine al giorno.

Dal caffè quindi protezione contro il cancro della prostata. A questo punto i ricercatori hanno cercato conferme testando l’azione di estratti di caffè su cellule tumorali prostatiche coltivate in laboratorio. Sono stati provati, in particolare, sia estratti contenenti caffeina che decaffeinati. Proprio i primi hanno mostrato la capacità di ridurre significativamente la proliferazione delle cellule cancerose e la loro capacità di metastatizzare. Un effetto che in larga parte scompare con il decaffeinato. Le osservazioni in laboratorio ci permettono di dire che l’effetto benefico osservato tra i settemila partecipanti è molto probabilmente dovuto proprio alla caffeina, più che alle numerose altre sostanze contenute nel caffè. Dobbiamo tenere presente che lo studio riguarda una popolazione italiana che beve caffè rigorosamente preparato all’italiana, cioè con alta pressione, temperatura dell’acqua molto elevata e senza l’uso di filtri. Questo metodo, diverso da quelli seguiti in altre aree del mondo, potrebbe determinare una maggiore concentrazione di sostanze bioattive.

 

 

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