(Money.it) Il prezzo del petrolio parte sotto pressione lunedì 22 maggio e scende sia nella quotazione Brent che nei futures Wti.
Entrambi i benchmark sono in frenata, poiché la cautela sui colloqui per l’innalzamento al tetto del debito degli Stati Uniti e le preoccupazioni per la ripresa della domanda in Cina hanno compensato la spinta proveniente dalle minori forniture dal Canada e dai produttori dell’OPEC+.
L’oro nero al momento teme molto di più una recessione statunitense e l’incertezza dalla ripresa cinese piuttosto che considerare il prossimo futuro di forniture in calo che probabilmente sosterranno le quotazioni.
Nello specifico, lo stallo Usa e il timore di un fallimento della prima potenza mondiale si sta riversando anche sul prezzo del petrolio, che teme il peggio e viaggia al ribasso. Tuttavia, anche la Cina preoccupa, con i suoi dati economici contrastanti e problemi interni ancora da risolvere sul piano della piena ripresa.
Cosa teme di più il greggio: le quotazioni possono crollare?
Prezzo del petrolio in calo: c’è allarme per il debito Usa
La ripresa dei negoziati sul tetto del debito degli Stati Uniti rimarrà un fattore chiave per il greggio e la propensione al rischio questa settimana: la valutazione è di Tony Sycamore, analista di IG.
Il motivo di tanta apprensione sul legame debito Usa e quotazioni del greggio è semplice: gli Stati Uniti sono il più grande consumatore mondiale di petrolio. La questione di un potenziale default Usa già dal 1 giugno sta diventando cruciale per tutti i settori di mercato e di investimento, poiché il rischio che la p
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