(Money.it) Il prezzo del petrolio oscilla, ma resta piuttosto stabile mentre i riflettori sono sempre più accesi su Cina e Arabia Saudita.
Sono questi, infatti, i Paesi osservati speciali nel settore energetico vista la loro importante influenza su domanda e offerta di greggio. E, quindi, sulla capacità di guidare le quotazioni verso crolli o rally.
Al momento in cui si scrive, il WTI viaggia sui 71 dollari al barile e i futures sul Brent sui 75,95 dollari al barile. Il prezzo del petrolio, in sostanza, è rimasto invariato questa settimana poiché le preoccupazioni sulla domanda sono tornate in primo piano (con i dati cinesi), spegnendo i guadagni guidati dall’impegno unilaterale dell’Arabia Saudita a tagliare la produzione.
Perché Cina e Arabia Saudita sono cruciali per il prezzo del petrolio
Sono diverse le dinamiche che stanno muovendo le quotazioni di greggio in questi giorni.
Analizzando i recenti movimenti, da notare che entrambi i benchmark hanno perso circa $1 giovedì, dopo essere rimbalzati da un crollo di oltre $3 in seguito all’indiscrezione, smentita, che Stati Uniti erano vicini a un accordo nucleare che avrebbe potuto riportare i barili iraniani sul mercato.
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