Prescrizione crediti lavoro 2023: fino a quando spettano stipendi, straordinari e Tfr non pagati?

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) I crediti di lavoro si prescrivono in un certo periodo fissato dalla legge, proprio come qualsiasi altro credito. Il termine varia a seconda del tipo di credito preso in considerazione, per fare un esempio è diverso fra Tfr e indennità di trasferimento. Il termine legale può quindi essere di 5 anni oppure di 10, a seconda dei requisiti fissati dalla legge. La Cassazione è intervenuta in tempi recenti, tuttavia, per chiarire il termine di decorrenza di tale termine, in modo da tutelare maggiormente l’interesse del lavoratore, ed evitare così che possa perdere i crediti dovuti, compresi stipendi e straordinari non pagati.

In quanto tempo si prescrivono i crediti di lavoro?

La legge non affronta direttamente la prescrizione dei crediti di lavoro, in quanto questa casistica è compresa nelle regole generali sulla prescrizione. In particolare, si prescrivono in 5 anni tutti quei crediti il cui pagamento sarebbe dovuto avvenire entro 1 anno, o termini più brevi. Al contrario, per i crediti il cui pagamento è dovuto per frazioni di tempo più ampie oppure una tantum, il termine di prescrizione è pari a 10 anni. Dato che i crediti di lavoro possono essere davvero molti, bisogna dividerli in due gruppi a con il rispettivo tempo di prescrizione.

Nel dettaglio, si prescrivono in 5 anni:

  • Stipendi mensili non versati.
  • Tredicesima.
  • Quattordicesima.
  • Gratifiche.
  • Premi di produzione e rendimento.
  • Differenze retributive per errori in busta paga.
  • Straordinari non pagati.
  • Differenze di stipendio per diverso inquadramento o qualifica.
  • Crediti spettanti per lo svolgimento di mansioni superiori.
  • Tfr, a prescindere dal contratto, in quanto viene comunque accantonato su base mensile.

Di conseguenza, si prescrivono in 10 anni:

  • Premi di fedeltà.
  • Indennità di trasferimen

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