Prelievo contanti: tutto quello che bisognerebbe sapere per vivere tranquilli e senza paure

Di Gianluca Perrotti 5 minuti di lettura
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Tra le domande che ogni cittadino si pone riguardo ai propri soldi, c’è sicuramente quella relativa al rapporto che esiste  tra le banche e i propri contanti depositati. Ci si chiede, ad esempio, quanti soldi si possono prelevare dal conto corrente allo sportello o al bancomat, quali sono i limiti mensili o giornalieri di prelievo o di versamento e quali sono le condizioni che fanno scattare accertamenti sul proprio conto corrente.

Cerchiamo di dare qualche risposta con l’aiuto anche degli esperti.

Quanti soldi si possono prelevare dal conto corrente?

Paradossalmente la risposta a questa domanda è semplice: non esistono divieti sul prelievo di somme dal conto corrente, anche nell’ipotesi in cui si parlasse di cifre elevate. Ma ATTENZIONE, ciò non vuol dire che non si corrano rischi e per questo motivo è importante chiarire alcuni aspetti.

Tecnicamente non esiste a livello normativo una legge che fissi dei massimali sui prelievi, che potrebbero teoricamente arrivare a cifre davvero consistenti se non a tutto l’ammontare della giacenza sul conto corrente. Quello che però può accadere è che il funzionario di banca potrà chiedere chiarimenti a riguardo, cercando di inquadrare il profilo del correntista e le motivazioni che lo hanno spinto ad effettuare quel prelievo. Dobbiamo anche ricordare che tale richiesta da parte della banca è assolutamente lecita, pur non costituendo una forma di “indagine” o tentativo di controllo assoluto. C’è, però una differenza sostanziale tra i profili di privati cittadini e imprenditori, che vedremo più avanti.

I luoghi comuni sui prelievi e versamenti sul conto corrente

Esistono molti luoghi comuni a riguardo e uno di essi è sicuramente quello che porta alla paura di una tracciabilità e controllo da “Grande Fratello”. I realtà, in aiuto arrivano gli esperti de “La legge per tutti“, noto portale di informazione e consulenza legale. Gli esperti a riguardo affermano testualmente

Il luogo comune secondo cui esisterebbero dei limiti ai prelievi dal conto deriva dall’interpretazione non corretta che molta gente fa delle norme sulla tracciabilità dei pagamenti. Norme che, come noto, stabiliscono un limite allo scambio di contanti tra soggetti diversi (per tutto il 2022 tale limite è 2.000 euro; dal 1° gennaio 2023, il limite dovrebbe scendere a 1.000 euro). Ebbene, tali regole non valgono invece per i prelievi e i versamenti dal conto corrente. La ragione è semplice. I limiti di utilizzo dei contanti si applicano solo quando i soldi vengono scambiati tra soggetti diversi (ad esempio per vendite, donazioni, prestiti, ecc.). ma non anche quando rimangono in mano dello stesso soggetto, cosa che succede appunto in caso di prelievi e versamenti dal conto: il proprietario del denaro resta sempre il correntista mentre la banca è una mera depositaria. Dunque, i limiti di tracciabilità dei pagamenti non valgono per i prelievi e versamenti dai conti correnti.

Le regole per i privati cittadini e gli imprenditori

Pur con l’esistenza del limite predetto di 2.000 euro, il singolo cittadino che dovesse prelevare somme superiori, non rischia, di fatto. E non rischia né dal punto di vista fiscale, né da quello legale/amministrativo. Si riceverà una “segnalazione” che però non comporta controlli fiscali o sanzioni.

Diverso, invece è il caso degli imprenditori. Essi dovranno attenersi ad alcune regole, tra cui l’obbligo di indicare in contabilità tutti i prelievi superiori a 1.000 euro al giorno  e comunque superiori 5.000 euro mensili. La violazione di tali regole porta inevitabilmente a controlli del Fisco.

Versamenti in contanti e bonifici

Abbiamo visto che i prelievi dal conto non necessariamente producono segnalazioni al fisco per verifiche, ma per i versamenti in contanti e i bonifici ricevuti la situazione è un po’ diversa. L’Agenzia delle Entrate potrebbe liberamente chiedere delucidazioni e chiarimenti, visto che si potrebbe trattare di somme che andrebbero necessariamente dichiarate. In questo caso, anche il comune privato cittadino dovrà giustificare il tutto tramite documentazione scritta.

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