POS e carte di credito nel mirino del Fisco: chi viene segnalato

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
Fisco, tasse e tributi cartelle

(QuiFinanza.it) Una nuova fase di controlli e segnalazioni sarà presto avviata dall’Agenzia delle Entrate, nel mirino finiscono anche POS e carte di credito con movimenti sospetti rispetto ai redditi dichiarati dagli intestatari: chi rischia adesso?

POS e carte di credito nel mirino dell’Agenzia delle Entrate

Una serie di lettere nelle quali sono riportate anomalie rinvenute nelle loro dichiarazioni dei redditi, riguardanti omissioni o infedeltà riscontrate mettendo a confronto i dati dichiarati con quelli che l’Agenzia ha a disposizione all’interno delle proprie banche dati, ma non solo.

L’attività di controllo del Fisco italiano tramite compliance riguarderanno anche POS e carte di credito con movimenti sospetti rispetto ai crediti dichiarati dai titolari. Dopo le 2,5 milioni di comunicazioni trasmesse nel 2022, di cui circa 1,8 milioni relative all’imposta sul valore aggiunto, gli accertamenti stanno proseguendo con inviti a regolarizzare la propria posizione, in merito anche a imposta trimestrale (ex articolo 4 del dl 193/2016), tardività o omissioni della presentazione dichiarazione iva annuale, discrepanze tra le fatture elettroniche emesse ed il volume d’affari dichiarato, differenze tra quanto indicato nelle liquidazioni periodiche (le LIPE) ei versamenti mensili/trimestrali non corretti.

A queste segnalazioni, molto probabilmente, si aggiungeranno lettere di compliance inviate ai profili sospetti, ovvero ai contribuenti che – dopo un incrocio dei dati in possesso dell’Amministrazione finanziaria – risultano aver effettuato operazioni sospette con carte di credito e POS (come pagamenti o versamenti troppo alti o troppo bassi rispetto ai redditi dichiarati).

In questo modo, prima che l’Agenzia notifichi un avviso di accertamento, il destinatario della comunicazione potrà regolarizzare l’errore o l’omissione attraverso il ravvedimento operoso. Al contrario, se il contribuente non ritiene corretti i dati indicati nella sua dichiarazione, basterà comunicarlo all’Agenzia, inviando eventuali elementi e documenti di cui l’Agenzia non era a conoscenza.

Per ottemperare a questo compito, inoltre, i funzionari starebbero valutando una nuova tipologia di comunicazione di compliance indirizzata ai commercianti che presentano discrepanze tra quanto dichiarato e gli incassi annuali con POS e carte di credito.

Cosa fare se si riceve una lettera di compliance

Una lettera di compliance da parte dell’Agenzia delle Entrate non è altro che un invito dell’Amministrazione finanziaria a chiarire la propria posizione contributiva. Può coinvolgere le imprese, i l


© QuiFinanza

Leggi l’articolo completo su QuiFinanza

Condividi questo articolo
Exit mobile version