Ponte sullo stretto, 3 macro motivi per cui non funzionerà: cosa dice lo studio degli ambientalisti

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
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(Money.it) Esperti ambientalisti di Kyoto Club, Lipu e WWF Italia hanno analizzato il progetto del ponte sullo stretto di Messina. L’opera è stata definita ingiustificata. Il dossier ha infatti individuato le principali questioni irrisolte del progetto del ponte sullo stretto di Messina e ha evidenziato almeno 3 macro motivi per cui il ponte non funzionerà. In particolar modo il rapporto fa riferimento all’insostenibilità dal punto di vista ambientale, economico-finanziario e sociale dell’opera.

Un aspetto che andrebbe preso in considerazione, e che invece risulta piuttosto discutibile, è la valutazione dell’impatto ambientale. Nel dossier vengono descritti i diversi pareri delle commissioni tecniche che si sono occupate di verificare l’impatto ambientale nel 2013. In fase di progettazione emergevano infatti aspetti rilevanti dal punto vista ambientale e che confermavano le lacune del progetto su questo aspetto.

Il dossier quindi si apre con una lettura in chiave critica del decreto legge n.35/2023, dal quale “emerge un insieme così fitto di previsioni abnormi che, al di là della valutazione sulla fattibilità strutturale, ambientale ed economica dell’opera, investono, travolgendoli, molteplici ed inderogabili principi costituzionali oltre che regole codicistiche ed europee di consolidata applicazione ed univoca interpretazione”.

Insostenibilità economico-finanziaria del progetto

La valutazione costi-benefici a cui fa riferimento il progetto attuale sembra risalire a quella del 2011, che però non aggiornava l’analisi del 2002. L’analisi del progetto appare viziata da ragioni di sovrastima dei secondi, ovvero i benefici, rispetto ai costi. Sono stime a rialzo per esempio quelle dell’uso del ponte, la valutazione del risparmio di tempo e le ricadute occupazionali; sono invece sottostimato i costi.

Un’assenza problematica è per esempio il confronto dell’“ipotesi non-ponte”, ovvero l’analisi costi-benefici del potenziamento dell’attuale sistema. Studi più recenti hanno infatti dimostrato come potenziando i convogli ferroviari e gestendo in maniera migliore il servizio si potrebbero ottenere immediati risparmi di tempo, anche fino a 4 ore per la tratta Roma-Palermo. Nel Pnrr il potenziamento del sistema era stato preso in considerazione per un valore di 510 milioni di euro, inserito all’interno del progetto “Stretto Green” per la transizione energetica e della mobilità marittima.

Il dossier critica inoltre il presunto beneficio all’economia della Sicilia e della Calabria. Infa


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