Plusvalenze patrimoniali, cosa sono e quando fanno reddito

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
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(QuiFinanza.it) Cosa sono le plusvalenze patrimoniali? Concorrono a formare il reddito? Come devono essere gestite nella dichiarazione dei redditi? Nel momento in cui l’impresa procede con la cessione di un qualsiasi bene strumentale la cui utilità, fiscalmente parlando, è stata suddivisa su più esercizi, la differenza tra il valore che si è realizzato con la cessione e il valore residuo da ammortizzare crea quella che viene definita la plusvalenza patrimoniale.

A disciplinare nel dettaglio la materia ci ha pensato l’articolo 85 del DPR n. 917/85, il quale prevede che con il termine plusvalenze patrimoniali si fa riferimento ai ricavi ottenuti dai beni di proprietà dell’impresa diversi da quelli attraverso i quali vengono generati i ricavi. Non costituiscono quindi delle plusvalenze la cessione di materie prime o sussidiarie o i prodotti acquistati nella produzione. Non lo sono nemmeno le azioni o quote di partecipazione o qualsiasi altro strumento finanziario.

La cessione di un cespite, invece, comporta la formazione di una plusvalenza patrimoniale. Stesso discorso vale per la cessione di un immobile o di un qualsiasi macchinario aziendale. La plusvalenza si viene a determinare, quindi, dalla differenza positiva tra il corrispettivo di vendita ed il costo che non è ancora stato ammortizzato.

La disciplina fiscale

Le plusvalenze patrimoniali concorrono, a tutti gli effetti, a determinare il reddito di impresa. A stabilirlo è direttamente l’articolo 86, comma 4, del TUIR, il quale prevede che:

Le plusvalenze patrimoniali derivanti dalla cessione di cespiti aziendali concorrono a formare il reddito d’esercizio per l’intero ammontare nel periodo di imposta in cui sono realizzate. In alternativa, se i beni sono posseduti da almeno 3 anni (1095 giorni) è possibile una rateizzazione. Nel caso la plusvalenza è rateizzabile nel periodo di maturazione e nei successivi quattro periodi.

Contribuiscono a generare una plusvalenza l’eventuale cessione, a titolo oneroso, dei beni di proprietà dell’azienda, che non rientrano tra i beni merci. Entrando più nello specifico, ci stiamo riferendo ai beni ammortizzabili e non ammortizzabili ed ai beni immateriali. Contribuiscono a generare una plusvalenza patrimoniale anche gli eventuali risarcimenti dell’assicurazione per la perdita o il danneggiamento dei beni diversi dalla bene merce. Lo stesso discorso vale anche per l’assegnazione ai soci di beni relativi


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