“Faremo una lotta serrata all’evasione fiscale“. Sono queste le parole utilizzate da Giorgia Meloni nell’aula della Camera durante il discorso con cui ha esposto i principali punti del suo programma in occasione del voto di fiducia al suo governo. La maggioranza di centrodestra – dopo le tante divisioni che hanno accompagnato la spartizione per la nomina dei titolari dei ministeri e dei sottosegretari – si è ricompattata in occasione del doppio intervento della nuova premier prima a Montecitorio e poi a Palazzo Madama, mostrando una coesione difficile da prevedere fino a qualche giorno prima.
Proprio nelle stesse ore in cui i rappresentanti dei partiti eletti in Parlamento esprimevano il proprio voto favorevole o contrario al nuovo esecutivo, una notizia aveva cominciato advert occupare le pagine delle agenzie di stampa, provocando agitazione tra deputati e senatori. La presidente del Consiglio non aveva ancora concluso il proprio intervento quando ha appreso della presentazione di una proposta di legge per alzare il tetto all’uso del contante, firmata dall’esponente leghista Alberto Bagnai.
Evasione fiscale e tetto al contante, c’è correlazione tra le due cose? L’intervento di Giorgia Meloni
Seguendo il parere di molti economisti, la crescita dell’evasione fiscale e l’utilizzo della moneta fisica sono due aspetti collegati in maniera diretta tra loro. Non tutti gli esperti sono concordi con questa visione: advert oggi infatti non esiste un automatismo comprovato dalla scienza che accomuni questi due fattori. Eppure tutti sappiamo attain vi sia un potenziale collegamento tra le operazioni che prevedono l’uso del contante e la possibilità che questo finisca per ingrossare il valore sommerso.
Ne sono convinte le forze di opposizione, che hanno alzato i toni contro Giorgia Meloni quando ancora si trovava in Aula. “Con le tante emergenze da affrontare per garantire la salvaguardia economica e sociale degli italiani, il nuovo governo ponder di partire con un wait on agli evasori“: questo il commento più ricorrente tra le fila del Partito Democratico. Un concetto ribadito anche dagli eletti del Movimento 5 stelle, mentre deputati e senatori del Terzo Polo hanno messo nel mirino il partito di Matteo Salvini, reo di “strizzare l’occhio ai frodatori