In chiusura di contrattazioni, oggi Piazza Affari ha registrato una crescita dell’1,6%, raggiungendo i 33.834 punti. Il settore bancario ha avuto un ruolo chiave in questa performance, trainando il mercato nonostante lo stacco dei dividendi di sette società di rilievo come Hera, Leonardo, Pirelli, Poste Italiane, Snam, Stm, Terna e Unicredit. In particolare, Bper ha visto un incremento del 5%, seguita da Mps e Banca Popolare di Sondrio, entrambe in aumento del 4%. Unicredit ha chiuso la giornata con un rialzo del 3,85%. Al contrario, Hera e Stm hanno registrato lievi cali, rispettivamente dello 0,6% e dello 0,4%, principalmente a causa dello stacco della cedola.
Attesa per i dati macroeconomici
La giornata è stata caratterizzata da una relativa calma dal punto di vista macroeconomico, con l’indice Ifo che ha mostrato un peggioramento del sentiment delle imprese in Germania per il mese di giugno. Tuttavia, l’attenzione degli investitori è già rivolta ai prossimi appuntamenti economici. Venerdì sarà diffuso il core Pce, un indicatore chiave per l’inflazione negli Stati Uniti, che potrebbe influenzare le decisioni della Fed riguardo ai tassi di interesse entro la fine dell’anno. Inoltre, è prevista la terza lettura del Pil del primo trimestre e l’indice di fiducia dei consumatori negli Usa, oltre ai dati sull’inflazione di Italia, Francia e Spagna. Il fine settimana vedrà anche il primo turno delle elezioni in Francia, un evento che potrebbe avere ripercussioni sui mercati.
Materie prime e mercati valutari
Nel comparto obbligazionario, lo spread tra Btp e Bund si è stabilizzato intorno ai 150 punti base, con il rendimento del decennale italiano in calo al 3,92% e quello del benchmark tedesco al 2,42%. Sul fronte delle materie prime, il prezzo del petrolio Brent è risalito a 85 dollari al barile, mentre l’oro ha raggiunto i 2.330 dollari l’oncia. Nel mercato valutario, l’euro ha mostrato un lieve apprezzamento rispetto al dollaro, con il cambio euro/dollaro a 1,073. Nel frattempo, il dollaro/yen ha mantenuto i recenti guadagni, attestandosi a 159,7, sostenuto dai dati sull’inflazione giapponese che hanno ridotto le aspettative di un aumento dei tassi da parte della Bank of Japan.