Il Ftse Mib ha chiuso la seduta in calo del 2,18%, attestandosi a 33.609,85 punti. I titoli che hanno maggiormente contribuito a questo ribasso sono stati Iveco (-5,2%), Banca Mps (-3,9%) e Azimut (-3,5%). In controtendenza, Telecom Italia (+0,6%) e Hera (+0,5%).
Dopo i risultati delle elezioni europee, il presidente Emmanuel Macron ha convocato elezioni anticipate, alimentando i timori che un’eventuale vittoria della destra possa portare a politiche fiscali più accomodanti. Inoltre, il settore automobilistico europeo risente delle possibili ripercussioni dei dazi fino al 48% annunciati dall’UE sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi, in risposta a eventuali ritorsioni di Pechino.
Fed e dati economici USA: tassi invariati ma segnali misti
Gli investitori stanno ancora digerendo le ultime indicazioni della Federal Reserve, che ha mantenuto invariati i tassi di interesse nel range 5,25-5,50%, segnalando un solo taglio dei tassi previsto nel 2024. I dati recenti sull’inflazione al consumo non sono stati completamente considerati nei dot plot. Inoltre, i prezzi alla produzione negli Stati Uniti hanno registrato un calo inatteso dello 0,2% su base mensile, con un rallentamento al 2,2% su base annua. Le richieste di sussidi di disoccupazione sono aumentate, raggiungendo i massimi da agosto. Nella zona euro, la produzione industriale ha registrato una flessione dello 0,1% su base mensile e del 3% su base annua.
Rialzo dei rendimenti obbligazionari e andamento delle materie prime
Sull’obbligazionario europeo, i rendimenti sono in rialzo, con lo spread Btp-Bund che si amplia verso i 145 punti base. Il rendimento del decennale italiano è salito al 3,95%, mentre il benchmark tedesco è al 2,5%. Tra le materie prime, il petrolio Brent continua a scambiare sopra gli 82 dollari al barile, mentre l’oro è quotato a 2.310 dollari l’oncia. Sul mercato dei cambi, l’euro/dollaro è sceso a 1,076, mentre il dollaro/yen oscilla intorno a 157, in attesa della riunione di domani della Bank of Japan.