Petrolio, tagliata la produzione: le conseguenze per i consumatori

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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Il prezzo del greggio sale del 5,5% a seguito della decisione di ieri dell’Opec e della Russia di tagliare la produzione di petrolio. Salito oltre gli 84 dollari al barile il brent, ossia il petrolio estratto nel mare del Nord, il quale serve come riferimento per gli scambi europei.

L’Arabia Saudita, primo esportatore al mondo di petrolio, effettuerà la metà dei tagli. Una decisione forte, con la quale ha pienamente ribadito il proprio atteggiamento di contrapposizione rispetto agli Stati Uniti d’America, i quali avevano auspicato un aumento dell’offerta di greggio. Sotto i riflettori è andata immediatamente a finire l’inflazione, a rischio aumento: il calo dei prezzi, infatti, può portare ad una nuova spinta dei prezzi.

A metà marzo, il petrolio aveva toccato il livello più basso da quindici mesi a questa parte (72 dollari al barile). I prezzi ora, invece, si riportano sui valori di inizio mese scorso e su delle quotazioni storicamente più elevate. Sulla scia del petrolio, è anche cresciuta la quotazione del gas, che ha guadagnato il 3% e si è avvicinata a 50 euro al megawattora.

Petrolio, Goldman Sachs rivede le stime

Dopo la decisione di nove membri dell’Opec, Goldman Sachs ha deciso di rivedere al rialzo le stime sul prezzo del greggio. I paesi produttori di petrolio hanno deciso di tagliare la produzione di petrolio di qua


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