(BorsaeFinanza.it) Il petrolio avanza nel mercato delle materie prime, con il Brent che piazza un rialzo del 5,3% a 84 dollari al barile, mentre il WTI cresce del 5,4% a 79,80 dollari. A innescare gli acquisti degli operatori, la decisione a sorpresa di alcuni membri dell’OPEC+ di tagliare la produzione. La sforbiciata supererà 1 milione di barili al giorno a partire dal prossimo mese, con circa la metà della riduzione che sarà appannaggio dell’Arabia Saudita. La mossa ha sorpreso gli operatori che si aspettavano che il cartello dei paesi produttori ed esportatori di greggio mantenesse l’offerta stabile almeno per il momento. Inoltre è arrivata fuori dal calendario di date in cui avviene solitamente la revisione dell’output.
Petrolio: ecco come reagirà la Casa Bianca alla decisione dell’OPEC+
La notizia non è stata presa bene dalla Casa Bianca che ha parlato di “decisione mal consigliata”. Una riduzione dell’offerta di petrolio rischia di mettere in moto un nuovo meccanismo inflazionistico che, con una crisi bancaria che appare appena superata ma con il settore ancora sensibile, potrebbe essere deleterio per l’economia statunitense. La Federal Reserve ha moderato la sua politica monetaria sul fronte del rialzo dei tassi d’interesse (0,25% nell’ultima riunione) per tenere conto di quanto accaduto nel sistema bancario USA, le cui conseguenze che potrebbero riverberarsi sull’economia reale sotto forma di freno all’erogazione di credito. Una nuova crescita dei prezzi porrebbe la Banca centrale a stelle strisce di fronte a un bivio molto sgradito in questo momento: stringere sui tassi per contenere l’inflazione o non farlo per evitare una recessione.
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