(BorsaeFinanza.it) Il taglio a sorpresa delle forniture di petrolio deciso dall’OPEC+ nella giornata di domenica ha scioccato i mercati, con le quotazioni del greggio che si sono impennate facendo temere per una nuova ondata inflazionistica. I Paesi produttori ed esportatori di oro nero hanno stabilito una riduzione dell’offerta di 1,16 milioni di barili al giorno a partire al prossimo mese, che durerà fino alla fine del 2023. I due pesi massimi dell’organizzazione, Arabia Saudita e Russia, daranno una sforbiciata di 500 mila barili giornalieri ciascuna, mentre altri membri come Kuwait, Oman, Iraq, Algeria e Kazakistan non ridurranno solo l’output ma anche la produzione. Questo ha scatenato la reazione furente degli Stati Uniti, che hanno parlato di una “mossa mal consigliata” e che potrebbero adottare delle contromisure come il ricorso nuovamente alle riserve strategiche.
Petrolio: ecco i Paesi più esposti
Tuttavia, non sono gli Stati Uniti quelli più danneggiati dalla decisione dell’OPEC+, ma i Paesi più dipendenti dalle importazioni di petrolio, a giudizio di Henning Gloystein, direttore di Eurasia Group
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