Petrolio Brent, pronto a rivedere quota 100 dollari?

Di Redazione FinanzaNews24 5 minuti di lettura
Finanza ed economia

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Il future sul petrolio Brent si avvia a chiudere la terza settimana consecutiva al rialzo sfiorando quota 95 dollari al barile, su quotazioni che non si vedevano dal novembre 2022. Nelle ultime tre sedute, alla chiusura di giovedì 14 settembre, il barile di Brent ha guadagnato quasi 4 punti percentuali. L’ultimo strappo rialzista, iniziato dopo la correzione di metà agosto, ha portato un rialzo del 14%. Nel complesso da inizio anno il petrolio Brent sale di quasi il 10%. Potrebbe proseguire fino a toccare i 100 dollari che mancano dal 30 agosto 2022. Quali sono i fattori alla base del rally dell’oro nero?

L’OPEC+ ha in mano il pallino del gioco

In questo momento a dettare il ritmo dei prezzi del petrolio è l’OPEC+. I due principali “azionisti” del cartello allargato dei paesi produttori di petrolio, Russia e Arabia Saudita, hanno deciso di estendere fino alla fine del 2023 i tagli alla produzione decisi in giugno e implementati a luglio: un milione di barili al giorno in meno per gli arabi e 300.000 per i russi. I tagli si aggiungono ai 3,66 milioni di barili al giorno già in essere da ottobre 2022. Arabia Saudita e Russia hanno giustificato l’estensione dei tagli con la necessità di mantenere l’equilibrio nei mercati petroliferi ma al momento l’equilibrio sembra essersi rotto a favore di una scarsità di offerta a fronte di una domanda che potrebbe essere meno debole di quanto previsto.

Non a caso il mercato ha reagito con un aumento delle quotazioni ai dati economici pubblicati stanotte in Cina. Nel mese di agosto la produzione industriale è salita del 4,5% contro attese a +4% e un dato precedente a +3,7% mentre le vendite al dettaglio sono aumentate del 4,6% contro attese a +3% e un dato precedente a +2,5%. L’economia cinese non è improvvisamente ripartita dopo la delusione della riapertura post-Covid. Tuttavia il mercato sa che il governo e la People’s Bank of China non lasceranno che il clima economico si deteriori troppo senza intervenire. E questo pone un floor virtuale sotto le quotazioni del petrolio.

Secondo le previsioni dell’International energy agency (IEA), nel 2024 la domanda di petrolio dovrebbe crescere di 2,2 milioni di barili al giorno. Una conferma dei tagli produttivi potrebbe di conseguenza portare ad avere un’erosione delle scorte di petrolio. Sempre l’Agenzia internazionale per l’energia ha calcolato che la conferma dei tagli produttivi potrebbe portare a una riduzione delle scorte di petrolio di 1,2 milioni di barili al giorno nel quarto trimestre.

L’analisi tecnica e le strategie operative sul petrolio Brent

L’ultimo recente rally delle quotazioni del petrolio, iniziato dopo la correzione di agosto, ha portato al superamento di un’importante resistenza statica posizionata a 88,60 dollari al barile, in essere dal novembre 2022. La correzione di agosto è peraltro avvenuta proprio nelle vicinanze di questo livello.
Pertanto, la violazione di quota 88,60 che ha dato origine all’ultima gamba rialzista (+14% il rialzo dei prezzi), appare convincente. E propone un target che va persino oltre il 100 dollari al barile fin verso quota 105. Sul fronte opposto solo un ritorno sotto 91 dollari riporterebbe al test del supporto (ex-resistenza) in area 88/88,50 dollari.

L’andamento delle quotazioni del petrolio Brent – Fonte: IG

Petrolio Brent: le strategie operative con i Certificati Turbo24 di IG

Per quanto riguarda l’operatività, si potrebbero valutare strategie long su ritracciamenti a 93 dollari al barile con obiettivi a 97 dollari in prima battuta e 100 successivamente. Lo stop loss potrebbe essere posizionato sotto i 91 dollari. Per questo tipo di operatività può essere utilizzato un Certificato Turbo24 di IG con facoltà long


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