Permessi per votare alle elezioni: come funzionano e retribuzione

Di Redazione FinanzaNews24 4 minuti di lettura
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(Money.it) Per andare a votare alle elezioni è possibile prendere un permesso dal lavoro per recarsi alle urne. Alle prossime elezioni amministrative, previste per il 14 e il 15 maggio, si voterà di domenica e anche di lunedì, fino alle ore 15. Se qualche elettore fosse impossibilitato ad andare a votare di domenica o dovesse lavorare in quella giornata, potrebbe aver bisogno di ricorrere a un permesso elettorale.

Per i lavoratori dipendenti del settore pubblico e quelli del settore privato valgono regole diverse. Per i lavoratori dei comparti pubblici la legge prevede permessi retribuiti per recarsi fuori dall’ordinaria sede di servizio ed esercitare il diritto al voto.

Il dipendente che lavora nel privato e che vuole esercitare il proprio diritto di voto durante un giorno lavorativo dovrà chiedere invece al datore di lavoro di fruire di permessi eventualmente disponibili per altre ragioni, oppure di poter fruire di giorni di ferie maturati in costanza di rapporto, al fine di raggiungere il proprio comune di residenza.

Il lavoratore del settore privato può soltanto usufruire degli sconti sui trasporti per tornare a casa in occasione delle elezioni. La normativa di riferimento per le assenze dal lavoro dovute alle elezioni è contenuta nella legge n.69 del 29 gennaio 1992, nella legge n.53 del 21 marzo 1990, e nel d.p.r. n.361 del 30 marzo 1957.

Vediamo di quanti giorni di permesso possono usufruire i dipendenti pubblici, come fare domanda, quali sono le procedure se si lavora nei seggi e le tempistiche da rispettare in vista delle prossime elezioni.

Permessi per andare a votare

Il diritto di voto è previsto dalla Costituzione ed esistono diverse forme per incentivare i cittadini a votare. Per i dipendenti pubblici la legge prevede permessi retribuiti per recarsi al Comune di origine ed esercitare il diritto di voto. Questo perché molti lavoratori hanno la residenza nel luogo in cui sono nati e non in quello in cui sono impiegati.

Nel dettaglio il permesso per andare a votare spetta a:

  • dipendenti pubblici che votano in un Comune differente da quello di servizio;
  • chi è stato trasferito in prossimità della data delle elezioni;
  • chi ha chiesto il trasferimento della residenza ma la pratica del Comune non è stata ancora ultimata.

Il numero di giorni di permesso dipende da quanto è distante il Comune di residenza, precisamente:

  • 1 giorno di permesso per distanze comprese tra 350 e 700 chilometri;
  • 2 giorni di permesso per distanze superiori ai 700 chilometri e per i spostamenti da e per le isole.

La concessione del permesso retribuito per recarsi a votare in un comune diverso da quello della sede di servizio, ai sensi dell’art. 118 del d.p.r 30.3.1957, n. 361, è previsto solo nell’ipotesi in cui il lavoratore risulti trasferito di sede nell’approssimarsi delle elezioni il quale, anche se abbia provveduto nel prescritto termine di 20 giorni a chiedere il trasferimento di residenza, non abbia ottenuto in tempo l’iscrizione nelle liste elettorali della nuova sede di servizio.

Chi non lavora nella Pubblica amministrazione, invece, formalmente non ha diritto ad a


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