Perché le elezioni in Turchia sono più importanti di quanto pensiamo

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
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(Money.it) Ormai le elezioni presidenziali e parlamentari in Turchia sono alle porte e il resto mondo resta con il fiato sospeso. Domenica 14 maggio, infatti, il presidente uscente Recep Tayyip Erdoğan potrebbe perdere la sua presa ferrea sul secondo paese più popoloso d’Europa.

Dopo aver vinto cinque elezioni parlamentari, due elezioni presidenziali e tre referendum e aver affrontato un tentato colpo di stato militare, sembra che il tempo di Erdoğan e del partito Giustizia e Sviluppo (Akp) sia giunto al capolinea, almeno stando alle statistiche, che lo vedono come sfavorito rispetto allo sfidante Kemal Kılıçdaroğlu, rappresentante dell’opposizione unita.

In ogni caso a prescindere da chi vincerà le elezioni, il futuro presidente non solo dovrà occuparsi delle sorti della Turchia, sull’orlo di una crisi economica con un’inflazione galoppante, ma anche degli equilibri geopolitici.

Le elezioni della Turchia sono di massimo interesse per l’Europa, la Nato e la Russia, dall’elezione del nuovo presidente potrebbero dipendere importanti stravolgimenti negli equilibri internazionali. D’altronde la Turchia è l’undicesima economia più grande del mondo, oltre ad essere un membro fondamentale – e scomodo – della Nato che ha intessuto stretti rapporti con la Russia. Ma non solo: ecco perché le elezioni in Turchia sono più importanti di quanto pensiamo.

Turchia, sull’orlo di una crisi economica

A prescindere da chi vincerà le elezioni presidenziali e parlamentari in Turchia la lira turca sembra essere destinata a crollare, portando Ankara sull’orlo di una crisi economica di Ankara e una maggiore instabilità politica. Stando agli analisti, infatti, il crollo della lira sembra ormai essere inevitabile e al vincitore spetterà l’arduo compito di riguadagnare la fiducia degli investitori stranieri e di sviluppare un percorso sostenibile per un’economa da 900 miliardi di dollari.

Un percorso in salita, dato che il presidente Erdoğan ha intensificato le sue politiche non convenzionali dal 2018, incluso il taglio dei tassi di interesse per stimolare la crescita seppure con l’aumento dell’inflazione sopra l’85% in ottobre, mentre la lira è crollata di quasi il 60% negli ultimi due anni fino a un minimo storico rispetto al dollaro. La crisi economica in Turchia avrà sicuramente delle ripercussioni sia sul piano della politica interna che di quella estera, contribuendo a aumentarne l’instabilità politica.

Il ruolo della Turchia nella guerra in Ucraina: tra Nato, Mosca e Kiev

La guerra in Ucraina ha avuto serie ripercussioni sull’economia mondiale e sul piano geopolitico. La Turchia tutt’oggi ricopre un ruolo centrale all’interno del conflitto, ponendosi come stato mediatore tra la Russia e l’Ucraina. È ad Istanbul, infatt


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