Perché il Pil italiano nel 2023 andrà meglio del previsto e supererà di nuovo Francia e Germania

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
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(Money.it) Il Pil italiano continua a superare le attese degli analisti e nel 2023 potrebbe andare decisamente meglio che in Francia e Germania. A dirlo non è solo il governo Meloni, ma anche il Fondo monetario internazionale, che prevede un aumento del nostro prodotto interno lordo dello 0,7% quest’anno (secondo il governo dello 0,9%, mentre a fine 2022 si parlava per quest’anno addirittura di uno 0,3%), contro la probabile recessione di Berlino (-0,1%) e un dato modesto per la Francia (con il Pil sempre in aumento dello 0,7%, ma a fronte di una crescita ben inferiore alla nostra nel 2022).

Perché il nostro Paese va meglio di molti suoi partner europei (esclusa la Spagna, che quest’anno dovrebbe salire dell’1,5%)? Enrico Sergio Levrero, docente di economia politica di Roma Tre, spiega a Money.it che “i consumi in Italia stanno reggendo all’impatto della crisi economica meglio di quanto ci si aspettava”.

Tuttavia, aggiunge, la crescita rimane “debole”, motivo per cui il governo Meloni non può dormire sonni tranquilli. Per garantire una vera prospettiva di sviluppo al nostro Paese, per il docente, riforma fiscale e nuovo taglio del cuneo fiscale previsti dal Def potrebbero essere insufficienti, mentre servono nuove politiche redistributive, un aumento dei salari reali e una spinta sul Pnrr.

Perché il Pil italiano nel 2023 andrà meglio del previsto

Per Levrero “la caduta dei consumi in Italia è stata minore di quella che si poteva pensare, hanno in qualche modo retto”. Tuttavia, aggiunge che “bisogna essere cauti su queste stime, perché come sottolinea il Fondo monetario internazionale, c’è una forte incertezza sul piano finanziario e sugli effetti dei rialzi dei tassi di interesse e della guerra in Ucraina”. Per noi poi “è rilevante cosa accadrà all’economia tedesca e al volume del commercio mondiale, per l’impatto di ciò sulle nostre esportazioni”. Inoltre, le previsioni per i prossimi anni sono di “un rallentamento degli investimenti dopo la loro elevata crescita nel 2021 e 2022”.

In questo scenario il professore segnala come il turismo quest’anno possa comunque continuare ad avere un impatto positivo sulla crescita come nel 2022, anno in cui “ha contribuito molto alla nostra crescita assieme ad altri fattori come il boom dell’edilizia”. Anche il mercato del lavoro sembra migliorare.

“Nei primi mesi dell’anno – spiega – ci sono segnali positivi, con una nuova occupazione per lo più a tempo indeterminato, ma come andranno le cose è impossibile dirlo”. Tra l’altro, “la crescita si prevede non sia in grado di ridurre il tasso di disoccupazione, che non scenderà nelle previsioni per il 2023 e 2024”. Inoltre i consumi subiranno un andamento decrescente,


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