Perché il numero dei precari in Italia rischia di aumentare presto

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
Wall Street

(Money.it) Il Consiglio dei ministri voluto dalla premier Meloni in occasione della Festa dei lavoratori valuterà per l’appunto un provvedimento dedicato al lavoro. Oltre all’abolizione del reddito di cittadinanza in favore di diverse misure alternative, il decreto Lavoro dovrebbe accogliere le richieste delle aziende, rilanciando i mini jobs e l’occupazione flessibile, contro le necessità dei lavoratori e dichiarate anche dai sindacati, oltre che dall’opposizione. Ecco perché il numero di precari in Italia rischia di aumentare presto, con un insieme di procedimenti che Cgil, Cisl e Uil hanno definito “liberalizzazione del precariato”.

Il numero di precari in Italia è destinato a salire con il decreto Lavoro del governo Meloni

Fra le proposte del nuovo decreto Lavoro si è a lungo parlato del reddito di cittadinanza e della drastica diminuzione dei sussidi a favore dei cittadini. Tra le delibere, però, sono tanti gli interventi che andranno a incidere drasticamente sul mondo del lavoro, con la nuova normativa del tutto sbilanciata in favore delle aziende.

Fra i punti più importanti e contestati dai sindacati vi è l’autorizzazione dei contratti a termine “acausali” per 24 mesi, prorogabili fino ad arrivare a 36 mesi. In sintesi, i contratti a tempo determinato potranno durare fino a 3 anni, senza che il datore di lavoro abbia l’obbligo di motivare per questo le ragioni dell’assunzione. La liberalizzazione dei contratti a termine è tanto più evidente se si considerano i casi in cui è prevista l’applicazione della nuova normativa. In particolare, sarà possibile sottoscrivere contratti a termine di 24 mesi senza causali:

  • Per le esigenze previste dai contratti collettivi stipulati dai sindacati nazionali o dall’azienda;
  • per le esigenze tecniche, organizzative e produttive concordate tra le parti, anche se non individuate dai contratti collettivi, e autorizzate da una commissione;
  • per le sostituzioni di altri lavoratori.

È proprio il second


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