Perché il concordato preventivo biennale rischia di essere un insucesso

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
Piazza Affari

(Finanza.com) Finanza Perché il concordato preventivo biennale rischia di essere un insucesso

Il Governo punta su una nuova misura anti evasione fiscale. Si tratta del concordato preventivo. La decisione ufficiale è stata presa lo scorso 3 novembre 2023: “il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che introdurrà disposizioni in materia di accertamento tributario e di concordato preventivo biennale“.

Una mossa che dovrebbe rendere il fisco più “collaborativo con il contribuente”, secondo le intenzioni del Governo Meloni. Ma che probabilmente favorirà ancora di più l’evasione, secondo le stime del DataRoom del Corsera. Vediamo di cosa si tratta.

Concordato preventivo, per combattere l’evasione fiscale

In merito al concordato preventivo, e al suo funzionamento, è bene ricordare che questa proposta è disponibile solo per le aziende o contribuenti con volume d’affari sotto i 5 milioni di euro. L’Agenzia delle entrate utilizzerà i dati dell’Anagrafe tributaria e i modelli ISA, così da “calibrare” la proposta fiscale che verrà presentata al contribuente dopo un contraddittorio semplificato. Se accetta, per due anni verserà le imposte in base alla proposta.

Pertanto, se uno dichiara un determinato ammontare per due anni, anche in caso di aumento del reddito, pagherà sempre la quota fiscale già concordata negli anni precedenti. Come proposta, così strutturata, sembra andare quasi esclusivamente a favore del contribuente, visto che paga meno in tutti i casi. E addirittura se “nascondo” dei ricavi, dichiarando meno di quanto pattuito, non si rischia la perdita del beneficio. L’essenziale è che la “perdita” non sia superiore al 30% del reddito precedentemente dichiarato.

Ovviamente da parte del contribuente ci sarà comunque l’onere di dover rendere noti i propri compensi, e di provvedere comunque al pagamento dell’IVA. Non ci sarà infatti alcuno sconto sull’applicazione dell’IVA, che andrà pagata


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